Tra le amministrazioni comunali che non hanno speso i soldi previsti dalla normativa regionale sulla democrazia partecipata c'è anche quella guidata da Nello Oliveri. Che, per il 2016 - anno in cui il primo cittadino era ancora Ascenzio Maesano - dovrà restituire 22mila euro a Palermo per il mancato utilizzo delle somme
Aci Catena, pochi progetti per il bilancio partecipato Il sindaco: «Alcuni cittadini sono sordi agli stimoli»
Si chiama bilancio partecipato o partecipativo, la misura proposta nel 2014 dal M5S e che la Regione Siciliana ha adottato, stabilendo che il due per cento delle somme trasferite ai Comuni debba essere destinato alle iniziative ideate e proposte dai cittadini. Con questo obiettivo, ieri pomeriggio, l’amministrazione di Aci Catena guidata dal sindaco Nello Oliveri ha chiamato all’appello la cittadinanza, con l’obbiettivo di accogliere le proposte di tutte le espressioni della città, per poi farle passare al vaglio di una commissione: un terzetto scelto dallo stesso sindaco tra i dipendenti comunali. Un incontro che, diversamente dal titolo dell’iniziativa, è risultato poco partecipato. A dialogare con parte della giunta comunale e qualche consigliere c’erano poco più di 30 cittadini: una decina i giovani e i massimi rappresentanti del Movimento 5 stelle catenoto.
Molte le critiche di alcuni dei presenti sulla mancanza di informazione. Perplessità sono emerse poi riguardo alla valutazione dei progetti che, proprio secondo una parte dei presenti, dovrebbe spettare ai cittadini e non a esperti scelti dal sindaco. A pesare sull’argomento poi è anche la scarsa operatività che hanno dimostrato le amministrazioni passate. Secondo le stime riportate pochi giorni fa sulla Gazzetta ufficiale sono centinaia i Comuni che non spendono le somme destinate alla democrazia partecipata, andando così incontro a restituzioni e penali. Tra questi figura anche Aci Catena, che nel 2016 – guidata da Ascenzio Maesano – doveva devolvere 22mila euro alla causa della partecipazione. Somma non spesa e che la Regione in un primo momento ha chiesto indietro: «Ma forse ce li ridaranno di nuovo – debutta Oliveri -, perché pare che quelle somme siano state spese nel sociale».
Soldi, quindi, che potrebbero essere aggiunti agli ottomila euro che adesso il Comune di Aci Catena ha fissato per il bilancio partecipativo con le ripartizioni del 2017: tremila euro provengono dalle casse regionali e gli altri cinque dalle casse comunali. «Viste le manovre passate, la Regione ha ridimensionato di molto le cifre spettanti al bilancio partecipativo». Durante la serata sono stati presentati tre progetti: uno dall’associazione antiracket catenota, che ha chiesto finanziamenti al progetto di sensibilizzazione della legalità nelle scuole; e due – di due persone diverse – sul tema della street art. I proponenti sono Mirko Sancrivori, giovane catenoto, e Bartolo Tagliavia, esponente del Movimento 5 stelle, che hanno pensato a murales per valorizzare alcuni luoghi della città, usando personaggi legati alla lotta alla mafia o alla storia catenota.
Rammarico da parte dell’amministrazione per la poca presenza che ha riscosso l’evento: «I cittadini hanno perso una possibilità – dichiara Oliveri – Alcuni catenoti sono bravi a lamentarsi e non a suggerire o proporre qualcosa di utile, ringrazio i partecipanti che rappresentano una parte attiva che si vuole spendere per la città». Oliveri taglia corto riguardo alle critiche che vedono l’amministrazione poco votata all’informazione degli eventi, definendo «sorda» parte della cittadinanza. «Gli stimoli dall’amministrazione arrivano, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire».