L'ex primo cittadino ha depositato ieri una breve memoria al tribunale del Riesame, che dovrà decidere se concedere i domiciliari. La richiesta era stata rigettata dal gip. Stando al politico, nel pagamento della mazzetta avrebbe avuto un ruolo non solo l'imprenditore Cerami, ma anche un'altra persona
Aci Catena, Maesano ammette tangente e accusa altri Legale: «Si è scusato per l’atteggiamento che ha tenuto»
«Si è scusato dell’atteggiamento tenuto e del reato commesso». A parlare è Giuseppe Marletta, l’avvocato difensore di Ascenzio Maesano, l’ex sindaco di Aci Catena arrestato il 10 ottobre insieme al consigliere comunale Orazio Barbagallo e all’imprenditore Giovanni Cerami, perché al centro di un presunto giro di tangenti che avrebbe riguardato l’Halley consulting, azienda del settore informatico che nel Comune si è aggiudicata l’appalto per il progetto Home care del valore di 252mila euro oltre a occuparsi da anni della manutenzione dei software della pubblica amministrazione.
Maesano, che si è visto rigettare la richiesta di arresti domiciliari avanzata nel corso dell’interrogatorio di garanzia, con il gip che ha confermato la custodia cautelare nel carcere di piazza Lanza, ieri ha depositato una memoria al tribunale del Riesame. Poche righe nelle quali il primo cittadino, come confermato dal suo legale, ha ammesso di aver preso la mazzetta. «Maesano ha confermato di aver ricevuto i soldi da Barbagallo, che facevano parte dell’accordo preso con la ditta», prosegue Marletta. Che poi aggiunge un dettaglio, riguardante un dettaglio fino a oggi non comparso sulle pagine dei giornali né citato dai magistrati nel corso della conferenza stampa a margine dell’arresto. «Sarebbe coinvolta un’altra persona», continua l’avvocato.
Maesano avrebbe indicato un anello in più nella catena che avrebbe portato al pagamento della tangente. Anche se nelle intercettazioni divulgate dalla Dia a parlare a nome dell’azienda è Cerami, che nell’Halley consulting svolge il ruolo di direttore generale. L’imprenditore è l’unico ad avere ottenuto i domiciliari, mentre a distanza di 18 giorni dall’arresto rimangono in carcere sia Maesano che Barbagallo. Dal canto suo, Marletta nega che le dichiarazioni fatte dal sindaco facciano parte di una strategia che punti ad ammorbidire la posizione dei giudici. «Un modo per ottenere i domiciliari? Non c’è nessuna strategia – sottolinea l’avvocato -. Maesano ha depositato dichiarazioni che sentiva di dover fare». Anche se il convincimento è arrivato in un secondo momento. A confermarlo è lo stesso legale. «Durante il primo interrogatorio non ne aveva parlato».
Nei giorni scorsi, Maesano – seguendo in tal senso l’esempio del consigliere comunale Barbagallo – ha rassegnato le dimissioni da sindaco di Aci Catena. A guidare il Comune sarà un commissario, la cui nomina da parte della Regione è attesa nelle prossime settimane. Compito del commissario sarà quello di traghettare l’amministrazione fino alla prossima primavera, quando ad Aci Catena si tornerà al voto.