Accordo Comune-Regione per il centro congressi Sarà il padiglione 20 della Fiera del Mediterraneo

La Regione e il Comune fanno squadra per realizzare in città, all’interno della Fiera del Mediterraneo, un centro congressi. Insieme a vari progetti più o meno grandi, più o meno fattibili (vedi l’acquario, la funicolare per Monte Pellegrino, il super-porto sulla costa sud, il nuovo stadio di calcio, e via discorrendo), da parecchi anni è inserita nel libro dei sogni anche la costruzione di una struttura apposita per intercettare un flusso di convegnisti (e il relativo giro economico) che a livello nazionale si fa ogni anno più numeroso. Infatti, sebbene a Palermo ci siano vari spazi deputati a tale scopo, questi sono soprattutto hotel e strutture private, che non possono garantire grosse capienze, superando raramente il migliaio di posti. Un deficit che mette il capoluogo in secondo piano rispetto ad altre realtà, anche siciliane, che vengono preferite dagli organizzatori di grandi eventi congressuali.

Adesso c’è un primo passo concreto per sanare questo gap: con una deliberazione di giunta comunale del 6 febbraio, l’amministrazione di Palazzo delle Aquile ha approvato lo schema del protocollo d’intesa per la realizzazione – di concerto con la Regione – di un centro congressi presso il padiglione 20 della Fiera (la struttura più grande, quella che viene maggiormente utilizzata per tutti gli eventi del calendario). L’area della Fiera presenta il vantaggio della dimensione (poco meno di seimila metri quadrati, ai quali si aggiunge un piano sotterraneo da quasi duemila metri quadrati), nonché della buona connessione con le infrastrutture viarie e ferroviarie, ed è nella piena disponibilità del Comune. E allora perché c’è bisogno della Regione? È presto detto: Palazzo d’Orleans metterà i soldi necessari agli interventi di ristrutturazione e rifunzionalizzazione del padiglione, cioè 15 milioni di euro provenienti da fondi ex articolo 38 dello Statuto siciliano («Lo Stato verserà annualmente alla Regione, a titolo di solidarietà nazionale, una somma da impiegarsi, in base ad un piano economico, nella esecuzione di lavori pubblici»).

Nello specifico l’accordo prevede che il Dipartimento Regionale Tecnico (DRT) e l’Area tecnica della rigenerazione urbana del Comune collaborino per l’esecuzione di tutte le varie fasi del progetto. Palazzo delle Aquile metterà a disposizione del DRT – che assumerà la veste di stazione appaltante – l’immobile e tutta la documentazione relativa, mentre manterrà la custodia e la gestione della struttura al termine di tutti i lavori. Quindi sarà compito dei funzionari regionali portare avanti tutte le fasi tipiche dell’operazione di progettazione, realizzazione e controllo, a partire dalla nomina del Responsabile unico del procedimento, passando per le indagini strumentali sul sito, la nomina del progettista, la predisposizione del bando di gara, la nomina della commissione giudicatrice, la stipula del contratto d’appalto, fino alla trasmissione al Comune del certificato di collaudo tecnico.

Un processo (che durerà sicuramente qualche anno) durante il quale la Regione avrà l’onere della tutela del sito individuato, con il Comune che potrà effettuare controlli e verifiche, e che terminerà – come già detto – con la riconsegna dell’immobile riqualificato all’amministrazione locale. Ma si guarda già oltre, visto che i due enti si impegnano a sottoscrivere – entro un anno dalla data di questo protocollo d’intesa – l’accordo di attuazione, che conterrà anche le indicazioni per la gestione e la manutenzione del padiglione nella fase post-lavori, compresa la clausola obbligatoria con la quale la Regione potrà utilizzare la struttura per eventi di suo interesse per non meno di 30 giorni all’anno.


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