Dodici anni fa i viola acquistarono il bomber dal Palermo per una cifra nettamente inferiore al suo valore. Alcuni tifosi contestarono il giocatore al grido di «mercenario», tanti altri se la presero però con il patron
Accadde oggi, 14 luglio 2005: Toni va alla Fiorentina Prima contestazione contro il presidente Zamparini
Le contestazioni contro Maurizio Zamparini, in questo periodo, sono sicuramente una cosa all’ordine del giorno. C’era però un tempo in cui il patron friulano veniva visto come il Salvatore, colui che aveva riportato la squadra in serie A dopo un purgatorio durato oltre trent’anni. La prima di queste contestazioni è arrivata proprio dodici anni fa, quando al termine del campionato che aveva visto i rosa conquistare una storica qualificazione in Coppa Uefa, il primo a lasciare Palermo fu mister Guidolin. Il tecnico di Castelfranco Veneto, però, non fu il solo ad andare via: la società, infatti, prese subito Makinwa e Caracciolo (da Atalanta e Brescia) per rinforzare il reparto offensivo. E il 14 luglio 2005, proprio nel giorno della presentazione dell’attaccante nigeriano, la società annunciò la cessione di Luca Toni alla Fiorentina.
Nella stagione che si era appena conclusa, Toni aveva messo a segno venti gol che sommati ai trenta realizzati in serie B fa un bottino di cinquanta reti in due anni. Non male per un attaccante che fino a due anni prima era considerato come un giocatore più incompiuto che inesploso. Dopo l’ultima gara in campionato contro la Lazio (3-3 il finale con doppietta proprio di Toni), il club di viale del Fante lo dichiarò incedibile. Per farlo partire, semmai, sarebbe servita una cifra che si aggirasse intorno ai venti milioni di euro. E invece la storia racconta altro. Toni cambiò maglia nonostante i viola offrissero nettamente di meno rispetto alle richieste iniziali (si parla di una cifra che si aggira tra i dieci e gli 11,5 milioni di euro). La città non perse tempo e si divise in due fazioni: chi dava del mercenario all’attaccante e chi cominciò a criticare aspramente Zamparini per aver ceduto così a cuor leggero il bomber di Pavullo nel Frignano.
L’errore di valutazione fu clamoroso: la cessione fu suggerita a Zamparini dall’allora direttore sportivo rosanero Rino Foschi, che considerava il ciclo di Toni finito e il giocatore bollito, incapace di ripetersi. In rosa mai un infortunio, una continuità da fare invidia a giocatori con fisici meno possenti e soprattutto, da parte della società, la voglia di puntare su giovani di prospettiva proprio come Makinwa e l’Airone Caracciolo. Nulla di tutto ciò, Toni rispose a chi lo considerava bollito a suon di gol: il classe ’77 non saltò una sola partita di campionato e in 38 presenze mise a segno ben 31 reti, cosa che nell’ultimo mezzo secolo non era riuscita a nessuno. Il suo stato di forma gli valse la convocazione per i Mondiali del 2006 in Germania, vinti dalla Nazionale azzurra, e anche qui Toni si fece notare con una doppietta segnata ai quarti di finale in Ucraina. In carriera, poi, Toni ha indossato le maglie di Bayern Monaco, Roma, Genoa, Juventus, Al Nasr, nuovamente Fiorentina e Verona. Per i tifosi rosanero la sua cessione fu un vero colpo al cuore, ma a Palermo ci si può vantare di aver fatto esplodere Lucatonigol.