Non si ferma il botta e risposta tra amministratori locali e governo sul tema delle demolizioni. I primi inquilini dei Comuni chiedono di non essere usati come «comodi capri espiatori», ma Musumeci ricorda che molti di loro non hanno inviato i dati alla Regione
Abusivismo, è scontro aperto tra sindaci e Musumeci «Sgomberi necessari, primi cittadini sono in malafede»
Nuova puntata, nuovo scontro. Se i sindaci questa mattina per voce del loro presidente Leoluca Orlando, hanno parlato di «vigliaccheria istituzionale» per la proposta normativa avanzata dal governo regionale che a loro avviso «trova nei sindaci un comodo capro espiatorio», ecco che Palazzo d’Orleans risponde parlando di amministratori locali «in malafede».
Secondo Musumeci, infatti, «il disegno di legge presentato dal governo regionale richiama i sindaci alla necessità di far sgomberare le case abusive che, per loro ubicazione, potrebbero trasformarsi in trappole mortali per chi le abita. Credo, quindi, che la delegazione dell’Anci Sicilia abbia preso un grosso abbaglio o sia mossa da malafede».
E se i sindaci si appigliano al fondo di rotazione che la legge vorrebbe istituire per garantire la possibilità di un alloggio alle famiglie sgomberate, almeno per i primi mesi, sostenendo che le risorse siano insufficienti, Musumeci replica parlando invece del Fondo speciale chiesto al governo nazionale per poter eseguire le demolizioni. Che hanno un costo che i Comuni non possono sostenere.
«Quanto alle competenze e alle risorse finanziarie per far fronte alla demolizione della abitazioni abusive – sostiene dunque il governatore – abbiamo già chiesto a Roma di adottare nuove misure appropriate per non esporre i sindaci nella gestione di situazioni spesso drammatiche». Insomma, sul fondo di rotazione da un milione di euro (insufficiente, secondo gli addetti ai lavori), Musumeci non risponde.
In compenso rilancia sulle responsabilità degli amministratori locali che, dal canto loro, nonostante le continue sollecitazioni da parte della Regione, continuano a non far pervenire all’amministrazione centrale i dati sull’abusivismo. «Resta inteso – conclude Musumeci – che la Regione attenderà, fino ai primi di dicembre, per conoscere le risultanze dei propri ispettori, nominati per fornire un’aggiornata ricognizione sull’abusivismo edilizio dei singoli territori comunali. Ricognizione che buona parte dei primi cittadini, benché invitati, non ha ritenuto di trasmettere agli uffici regionali alla scadenza del settembre scorso».
Parla invece di «parole al vento» il presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna, secondo cui la proposta normativa di Musumeci «non fermerà l’abusivismo in Sicilia, né lo arginerà. Parla d’altro, non di questioni urbanistiche».
L’associazione ambientalista sottolinea ancora che, nonostante ritenga il ddl «alquanto velleitario, con una difficile e discutibile sua applicazione, se mai sarà approvato dal Parlamento siciliano, affronta un argomento legittimo e, diremmo, scontato, che, comunque, condividiamo: sgomberare le case abusive costruite in zone pericolose». Ma il nodo, secondo Zanna, resta «liberare le nostre coste, gli alvei dei fiumi e dei torrenti, le aree archeologiche e le aree naturali protette, quelle quindi di inedificabilità assoluta con abusi insanabili, di tutto il cemento illegale e pericoloso che c’è. Su questo non c’è nessun impegno, solo parole al vento. Evitiamo di aspettare qualche altra disgrazia per fare davvero qualcosa contro l’abusivismo».