Il presidente dell'Ars ha stralciato l'emendamento proposto dal deputato Girolamo Fazio, che prevedeva un condono per gli edifici non autorizzati esistenti entro i 150 metri dalla costa. Il testo era stato discusso in commissione Ambiente, anche se già allora gli uffici avevano fatto presente i rischi di inamissibilità
Abusivismo, Ardizzone blocca l’ipotesi sanatoria M5s contro Pd: «Votata anche se incostituzionale»
Non ci sarà alcun dibattito sulla proposta di sanatoria avanzata dal deputato del gruppo misto Girolamo Fazio, domani a Sala d’Ercole. L’emendamento è stato dichiarato inammissibile dal primo inquilino di palazzo dei Normanni, Giovanni Ardizzone, che ha precisato che la norma di cui tanto si è discusso negli ultimi giorni, con cui si sarebbe dato il via libera al condono degli edifici abusivi esistenti nel tratto compreso entro 150 metri dalla riva, «contiene evidenti profili di incostituzionalità».
Ma Ardizzone va oltre, e insieme alla dichiarazione di inammissibilità solleva ombre sulla gestione della vicenda in commissione: «Gli uffici dell’Ars – precisa – avevano già evidenziato tali anomalie, durante l’esame in commissione Ambiente e territorio, ma l’emendamento è stato inopinatamente messo ai voti». Il rischio che la norma, in effetti, trovasse nel silenzio del voto segreto, l’ok di molti deputati, è stato molto alto. Da lì gli appelli di Legambiente, delle organizzazioni sindacali, dei parlamentari nazionali, e dello stesso ministro per l’Ambiente Gian Luca Galletti.
Lo stralcio del provvedimento, tuttavia, non è bastato a placare le polemiche. A partire dai cinquestelle, che pur apprezzando «l’atto di coerenza con il quale si chiude una pagina nera della politica regionale», puntano il dito contro il Partito democratico e, nello specifico, la presidente della commissione Ambiente all’Ars, Mariella Maggio. «Non è possibile tacere sull’ipocrisia che ha aleggiato in queste ultime ore – commentano i grillini -. Il famigerato emendamento poteva essere stoppato già tre settimane fa. Carte alla mano, la commissione Ambiente, guidata dal Partito democratico, avrebbe potuto dichiararne l’inammissibilità da subito per violazione dei limiti costituzionali e chiudere definitivamente la partita». Secondo la tesi dei deputati pentastellati, il pensiero dei quali ricalca quello di Ardizzone, la presidente Maggio avrebbe potuto stralciare la norma «perché furono gli stessi uffici della Commissione a sollevare il conflitto costituzionale».
«Il presidente, si legge nel verbale 304 del 12 luglio, riporta sommariamente il contenuto di una nota preparata dagli uffici in merito a una possibile incompatibilità costituzionale dell’emendamento A8 (quello a firma di Fazio che introduceva la sanatoria, ndr). Indi pone in votazione l’emendamento A8», continua il gruppo all’Ars del Movimento 5 stelle. «Quella nota fu letta – sottolinea il M5s – e ciononostante l’emendamento fu dichiarato paradossalmente ammissibile».
Secca la replica di Maggio, secondo la quale «nella relazione non c’erano elementi determinanti per poter dichiararlo inammissibile». La presidente della commissione Ambiente commenta poi la decisione di Ardizzone di stoppare l’emendamento prima che entrasse all’Ars. A tal proposito, Maggio spiega che si trattava di una proposta «be più pesante rispetto a quella presentata in commissione, perché presenta elementi di ulteriore criticità, aprendo uno spiraglio anche a chi aveva costruito nelle zone preurbane». Maggio, infine, si dice sollevata dalla presa di posizione di Ardizzone «anche perché l’emendamento portava le firme di esponenti della maggioranza appartenenti a Ndc e Udc».