Dopo il servizio de Le Iene, il sindaco, Patrizio Cinque, affida la propria replica a un video postato sui social. Il segretario provinciale del Pd: «Prima incentrano campagne elettorali sulla lotta all'abusivismo e poi fanno finta di non vedere gli immobili abusivi dei mafiosi e dei loro parenti»
Abusivismo al Comune di Bagheria Miceli: «Solleciteremo la magistratura»
A Bagheria il caso abusivismo edilizio portato alla luce dopo il servizio della trasmissione Le Iene ha scatenato una vera e propria bufera politica sul Comune. Tra i proprietari, infatti, di diverse abitazioni costruite indebitamente nell’area del parco di Villa Serradifalco, vincolato dai Beni culturali, ci sarebbero anche il sindaco della cittadina, Patrizio Cinque, e l’assessore all’Urbanistica, Luca Tripoli, entrambi del Movimento 5 Stelle.
«Prima incentrano intere campagne elettorali sulla legalità, la lotta alla mafia e la lotta all’abusivismo e poi, appena arrivano al governo, come a Bagheria fanno finta di non vedere gli immobili abusivi dei mafiosi e dei loro parenti» attacca Carmelo Miceli, segretario provinciale del Partito democratico. Ma la questione dell’abusivismo non riguarda solo le abitazioni dei due amministratori grillini. Al Comune si contesta infatti anche la mancata demolizioni di altri immobili costruiti all’interno del parco, che sarebbero di proprietà di persone coinvolte in inchieste di mafia.
«Dove sono finite – continua Miceli – quelle ruspe delle quali il candidato a Sindaco Patrizio Cinque aveva annunciato l’imminente arrivo come fossero la cavalleria rusticana? Che fine hanno fatto i protocolli d’intesa sottoscritti dall’Amministrazione di Bagheria con la procura della Repubblica per l’immediata demolizione degli immobili abusivi? Tutto finito nel dimenticatoio. Meglio lasciare tutto come era prima. Perché per i Cinque Stelle è facile sostenere di fare la lotta a cosa nostra ma è impossibile ordinare la demolizione degli immobili di boss del calibro di Sergio Flamia e Giacinto Di Salvo».
«Quando è stata costruita la casa in cui sono cresciuto – replica Patrizio Cinque in un video postato sui social – la zona non era ancora stata sottoposta a vincolo assoluto. Amministro un Comune dove sono circa ottomila pratiche di richiesta di condono edilizio giunte agli uffici tecnici. Per decenni qui si è costruito abusivamente, ma la mia casa non ricade in un’area sotto vincolo di inedificabilità»
Argomenti che tuttavia non hanno convinto Miceli. «Stiamo già valutando le possibili implicazioni legali della vicenda e, a breve, solleciteremo l’intervento della magistratura e degli assessorati regionali competenti per eseguire ogni verifica sull’esistenza di illeciti amministrativi e penali».