C’è una novità nel processo sugli abusi sessuali che il prete Giuseppe Rugolo avrebbe commesso nei confronti di minorenni. La procura di Enna ha chiesto di rinviare a giudizio per induzione indebita a dare o promettere utilità il colonnello dei carabinieri Saverio Lombardi, in passato in servizio a Enna e attualmente a Lecce, dove svolge il ruolo di capo ufficio del personale. Ieri in aula, per la prima volta dall’inizio del processo, in cui finora non sono mancati i momenti di tensione e che si sta svolgendo con rito abbreviato, era presente don Rugolo. Sono tre i casi di violenza al vaglio dei giudici.
I magistrati ritengono, sulla scorta di quanto dichiarato dagli ufficiali di polizia giudiziaria sentiti in aula, che il colonnello Lombardi consigliò il vescovo Rosario Gisana di cambiare avvocato per via di un coinvolgimento da parte del legale in indagini per mafia. In cambio il militare avrebbe puntato a un appoggio del vescovo per diventare cavaliere del Santo Sepolcro. A confermare di avere ricevuto il suggerimento è stato lo stesso Gisana.
L’udienza è servita anche a fare emergere come la diocesi fosse consapevole dei fatti denunciati da una delle vittime. Il vescovo, dal canto suo, avrebbe invece informato il sacerdote delle iniziative legali prese dalla famiglia del minore. I testi sentiti ieri hanno parlato delle foto e delle chat a sfondo sessuale trovate negli apparecchi informatici sequestrati all’imputato. Rapporti che sarebbero proseguiti anche una volta che don Giuseppe Rugolo è stato trasferito a Ferrara.
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