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Abortire in Sicilia non è ancora un diritto per tutte: la mappa delle strutture dove si può

A 47 anni dall’entrata in vigore della legge 194/78 che «tutela la maternità e l’interruzione volontaria della gravidanza», per la prima volta, l’Istituto superiore di sanità (Iss) ha pubblicato l’elenco ufficiale delle strutture pubbliche o convenzionate (ospedali, ambulatori e consultori) che praticano gli aborti. In Sicilia sono 25 le strutture in cui è stato effettuato almeno un aborto nel 2023, che è l’anno dei dati ufficiali più aggiornati. Dalle informazioni del ministero della Salute, l’Isola continua ad avere la percentuale più alta di obiettori: l’85 per cento dei ginecologi e il 69,8 per cento degli anestesisti non praticano l’aborto per asseriti motivi religiosi o morali. Inoltre, in Sicilia su 56 reparti di Ostetricia e ginecologia solo il 50 per cento garantisce il servizio di interruzione volontaria di gravidanza (Ivg). Nell’altra metà delle strutture, il diritto viene di fatto negato alle donne

Tra preti che paragonano l’aborto ai crimini nazisti – come avvenuto a Marsala (nel Trapanese) – ed enormi cartelloni di campagne pubblicitarie Pro vita esposti sulle strade dell’Isola, la strada per l’applicazione della legge del 1978 è ancora lunga. In Sicilia, l’interruzione farmacologica della gravidanza (con l’uso della pillola Ru486) è prevista solo con il ricovero in ospedale e soltanto 31 reparti di Ostetricia e ginecologia (su 56) utilizzano la pillola. Prima di questa inedita pubblicazione dell’elenco da parte dell’Iss, gli unici dati consultabili – parziali – erano quelli raccolti dalle associazioni. Oggi le donne hanno uno strumento in più per accedere all’interruzione volontaria di gravidanza: la possibilità di consultare la lista e trovare la struttura più vicina. Anche perché in Italia è legale abortire, per qualsiasi motivo, solo fino alla 12esima settimana. Come previsto dalla legge, tutti gli ospedali dovrebbero essere attrezzati per farlo. La teoria, però, si scontra con la pratica dell’alto tasso di obiettori di coscienza che compromettono la concreta fruibilità del servizio.

L’elenco delle strutture ospedaliere siciliane (diviso per provincia):

Agrigento
Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento: 106 interruzioni volontarie di gravidanza di cui 16 farmacologiche (con la pillola Ru486);
ospedale Barone Lombardo di Canicattì: 124 Ivg, nessuna farmacologica;
ospedale San Giacomo d’Altopasso di Licata: 79 Ivg di cui 50 farmacologiche;
ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca: 89 Ivg di cui 6 farmacologiche.

Catania
Ospedale Santa Marta e Santa Venera di Acireale: 184 Ivg di cui 182 farmacologiche;
ospedale Cannizzaro di Catania: 172 di cui 22 farmacologiche;
ospedale Garibaldi-Nesima di Catania: 650 Ivg di cui 42 farmacologiche;
ospedale San Marco di Catania: 145 Ivg di cui 1 farmacologica;

Enna
Ospedale M. Chiello di Piazza Armerina: 175 Ivg tutte farmacologiche.

Messina
Azienda ospedaliera universitaria G. Di Martino di Messina: 340 Ivg di cui 150 farmacologiche.

Palermo
Ospedale Civico di Partinico: 39 Ivg tutte farmacologiche;
ospedale Cimino di Termini Imerese: 102 Ivg di cui 76 farmacologiche;
ospedale Ingrassia di Palermo: 83 Ivg di cui 1 farmacologica;
ospedale Cervello di Palermo: 390 Ivg di cui 269 farmacologiche;
ospedale Civico di Palermo: 445 Ivg di cui 232 farmacologiche;
azienda ospedaliera universitaria P. Giaccone di Palermo: 117 Ivg di cui 62 farmacologiche;
casa di cura Candela a Palermo: 52 Ivg di cui 38 farmacologiche;
casa di cura Serena a Palermo: 7 Ivg tutte farmacologiche.

Ragusa
Ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa: 144 Ivg di cui 124 farmacologiche;
ospedale Maggiore di Modica: 350 Ivg di cui 250 farmacologiche;
ospedale Guzzardi di Vittoria: 36 Ivg di cui 26 farmacologiche.

Siracusa
Ospedale G. Di Maria di Avola: 37 Ivg di cui 3 farmacologiche;
ospedale Umberto I di Siracusa: 224 Ivg di cui 17 farmacologiche.

Trapani
Ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani: 257 Ivg di cui 98 farmacologiche;
ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo: 52 Ivg di cui 51 farmacologiche.





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