Abolire le Province? Che Dio lo voglia. Nessuno le rimpiangerà

“Il Partito democratico siciliano? Un partito di pazzi”.

Non usa mezzi termini Davide Faraone, parlamentare regionale nella scorsa legislatura, appena eletto nel Partito democratico alla Camera dei deputati. Il tema che affronta è quello della riforma delle Province. O meglio, dell’abolizione delle vecchie Province da sostituire con libero Consorzi di Comuni, secondo quanto previsto dallo Statuto autonomistico siciliano.

Questo, in sintesi, la posizione del presidente della Regione, Rosario Crocetta. Sulla vicenda interviene, per l’appunto, Faraone. Con argomentazioni precise.

“Nella passata legislatura all’Ars – dice il parlamentare nazionale l Pd – siamo stati l’unico gruppo parlamentare a presentare una mozione per l’abolizione delle Province. La mozione non ha raggiunto la maggioranza, ma almeno abbiamo costretto l’aula a votare. Oggi, guidiamo il Governo, Rosario Crocetta è il ‘nostro’ presidente, ma indice lo stesso le elezioni provinciali, dimenticandosi del progetto di riforma presentato, salvo poi fare un passo indietro su proposta dei Grillini. Poi ci chiediamo – conclude – come mai il Pd perde le elezioni e come mai il Movimento 5 stelle è primo partito in Sicilia”.

In effetti, il presidente Crocetta, qualche settimana fa, aveva indetto la data delle elezioni provinciali con un certo anticipo. C’erano state le proteste del Pd (noi abbiamo intervistato un noto dirigente el Partito democratico siciliano, Franco Piro, che ha paventato l’impossibilità, per il centrosinistra, di celebrare le primarie).

Il presidente della Regione ha recepito il messaggio. Prima ha cambiato data delle elezioni, spostandola in avanti. Poi ci ha ripensato e, Statuto alla mano, ha deciso di eliminare le vecchie Province per sostituirle con liberi Consorzi di Comuni.

Argomento affrontato stasera dalla Giunta regionale di Crocetta. Su questo punto il Governo sta tirandodritto. Tra molti mal di pancia.

Il centrodestra insorge. Per un motivo semplice: una volta ridimensionati, e forse ‘pensionati’, Raffaele Lombardo e Gianfranco Miccichè – che, di fatto, sono quelli che hanno sfasciato lo schieramento dei moderati siciliani nella passata legislatura – il centrodestra siciliano è tornato unito e forte. E vincerebbe senza problemi le elezioni provinciali.

Questo perché la Sicilia, nonostante l’eliminazione ‘fisica’ (e non politica) di Totò Cuffaro, nonostante gli errori dell’Udc di Casini e D’Alia (che sono riusciti a distruggere il proprio Partito prima spostando l’asse a sinistra e, poi, ‘schiacciandolo’ sul “Governo delle banche” di Mario Monti), i moderati, se uniti, rimangono maggioranza.

Lo si è visto l’estate scorsa quando, senza l’intervento ‘provvidenziale’ di Lombardo e Miccichè, il centrosinistra avrebbe perso le elezioni (grazie a Lombardo e Miccichè le elezioni le ha perse invece Nello Musumeci).

In questa situazione la mossa di Crocetta è abile: abolendole, sfila almeno sei amministrazioni provinciali al centrodestra e, come osservano i suoi avversari politici, li commissaria.

Il commissariamento è obbligatorio, perché qualcuno dovrà pure guidare il passaggio dalle Province ai liberi Consorzi di Comuni.

Nel centrodestra sono convinti che quella di Rosario Crocetta sia un’operazione politica alla Giuseppe Lumia: il potere per potere. Una tesi che a noi non convince. Per due motivi

In primo luogo, perché Crocetta, oggi, è più vicino al Movimento 5 Stelle che al Pd; e, soprattutto, non dovrebbe avere interesse a tenersi accanto Lumia, che gli ha già creato non pochi problemi alle elezioni (come abbiamo scritto la scorsa settimana, il Megafono, alle elezioni del Senato, ha perso un sacco di voti proprio perché un sacco di gente non ne ha voluto sapere di votare per Lumia, considerato uno esponente della vecchia politica siciliana).

In secondo luogo, Crocetta avrà tutto l’interesse a far decollare i liberi Consorzi di Comuni: perché dovranno essere proprio questi Consorzi a gestire, ad esempio, la raccolta dei rifiuti, settore che oggi versa nel caos, se è vero che gli Ato rifiuti hanno accumulato un debito di 1,3 miliardi di euro che, ad aprile, i siciliani cominceranno a pagare con le bollette 5 volte superiori a quelle dello sorso anno.

Morale: all’Ars si contano, per ora, da nove a dieci disegni di legge sulla riforma delle Province. Anche il Pd, sull’argomento – come ha giustamente fatto notare Faraone – è un po’ in confusione. Tant’è vero che il capogruppo, Baldo Gucciardi, ha fatto sapere che le attuali Province sono già “liberi Consorzi di Comuni”.

Gucciardi racconta una mezza verità. In effetti, l’Ars è già intervenuta sulle Province. Lo ha fatto negli anni ’60, quando le Province, da enti gestiti per delega dal Governo regionale, sono state trasformate in assemblee elettive: Consigli provinciali che, una volta eletti dal popolo, eleggevano il presidente.

Il secondo intervento di una certa importanza è la legge regionale n.9 del 1986. Quando sono state trasformate, sulla carta, in liberi consorzi di Comuni. Sulla carta, perché, a parte il nome (da allora si chiamano pomposamente Province regionali siciliane) e qualche competenza in più, non è cambiato quasi nulla. L’ultimo cambiamento risale ai primi anni ’90, quando è stata introdotta l’elezione diretta del Presidente della Provincia.

La musica, in tutti questi anni, è rimasta la stessa: le Province, al di là delle chiacchiere, sono state una delusione. Una delle poche cose serie che avrebbero dovuto fare non l’hanno mai fatta: parliamo dei Piani urbanistici provinciali, passaggio indispensabile per arrivare al Piano regionale di sviluppo. Tutte occasioni mancate.

L’unica provincia siciliana che, dopo decenni di inerzia, ha approvato il Piano urbanistico provinciale è quella di Ragusa. Per il resto, molte clientele, molti danni, tanti ritardi nei procedimenti amministrativi e pochissimi servizi resi ai cittadini.

Un giudizio esagerato? Niente affatto. Le scuole superiori sono gestite male, quasi sempre in locali in affitto; per non parlare delle strade provinciali, che sono in buona parte deliranti.

Nello Musumeci, che è stato un bravo presidente ella Provincia di Catania, le vorrebbe salvare. L’Udc nicchia. Il Pd, come al solito, guarda alle “grandi idee”: vuole capire quanti commissari provinciali gli toccheranno.

Perché, secondo voi, il Pd perde sempre le elezioni? Indovina indovinello…

 


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