Il sindaco di Caltavuturo critica la proposta di realizzazione della rampa, che ha avuto il via libera della protezione civile: «Il costo degli espropri è esagerato rispetto al valore di mercato». Il M5s afferma: «Tra i proprietari, un ex assessore del Comune di Palermo»
A19, bretella Anas: tutti i dubbi sul progetto «Valutato 236mila euro un terreno da 15mila»
«È una soluzione indigesta e che non sta in piedi». Prosegue lo scontro sulla realizzazione della
bretella che, secondo il Piano degli interventi per il superamento dell’emergenza generata dal cedimento del viadotto Himera, dovrà collegare i due tratti della A19 interrotti a causa della frana del 10 aprile. A sollevare dubbi, soprattutto sull’aspetto economico, e a chiedere «risposte convincenti» sui modi e sui passi che dovrebbero portare a compimento il progetto è il sindaco di Caltavuturo, Domenico Giannopolo. Promotore di una delle ipotesi alternative, bocciata però dalla
protezione civile come quella presentata dai parlamentari siciliani del Movimento 5 stelle.
«Il costo degli espropri necessari per la costruzione della rampa è esagerato rispetto al valore di mercato dei terreni», dice a MeridioNews il primo cittadino del Comune delle Madonie. Per 10mila metri quadrati richiesti dal progetto «si pensa di corrispondere ai proprietari un totale di 236mila euro mentre la massima stima per quell’appezzamento è di 15mila». Tra le altre contestazioni mosse c’è pure quella del deputato grillino all’Ars Giancarlo Cancelleri, che chiama in causa Tullio Giuffré, un ex assessore del Comune di Palermo nella giunta del sindaco Leoluca Orlando: «Ho visto con i miei occhi che lo presentavano al ministro Graziano Delrio come il proprietario del terreno da espropriare». Il Movimento 5 stelle siciliano usa la parola «speculazione». «È una situazione che non sta né in cielo né in terra – afferma Giannopolo -. Poco importa chi siano i proprietari, la sproporzione economica resta ma adesso fa più clamore perché coinvolge persone influenti».
Oltre che sul piano dei costi e della trasparenza, il sindaco esprime perplessità anche sull’aspetto funzionale della soluzione presentata da Guardabassi: «I tempi del progetto prevedono che la rampa sia costruita ancora prima che arrivi il responso sulla staticità del viadotto accanto a quello crollato», spiega Giannopolo. L’Anas ha stimato in non meno di nove mesi il tempo necessario per stabilire se quel tratto di autostrada potrà essere riaperto al traffico. L’idea è permettere ai veicoli di transitare in doppio senso di marcia. «I lavori di demolizione avrebbero dovuto iniziare a metà maggio, così sapremmo già adesso se l’altra carreggiata è agibile». Ritardi che giudica «immotivati». Il rischio, secondo il sindaco di Caltavuturo, è che «se arrivasse l’ok per il mantenimento della carreggiata in direzione Palermo, tanti soldi sarebbero stati spesi inutilmente».