La Regione cerca di capire se è possibile apportare una variante che consentirebbe di ridurre i tempi di completamento e di risparmiare denaro. Intanto l'Avvocatura si è espressa sul passaggio dell'appalto dopo la rescissione del contratto con Sgromo
A18-Letojanni, si valuta una sola galleria per fare prima Dopo la frana del 2015, cantiere fermo per ditta indagata
Da due a una. Per risparmiare tempo e denaro, senza pregiudicare la sicurezza dei viaggiatori che torneranno a percorrere – svestendo i panni degli slalomisti – l’A18 all’altezza di Letojanni, nel Messinese. Il dimezzamento potrebbe riguardare il numero di gallerie previste per superare la frana che, nell’autunno del 2015, si abbatté sull’autostrada Messina-Catania. È questa la novità in uno dei cantieri più discussi tra quelli attualmente aperti in Sicilia. Un lavoro che, con il passare degli anni, è diventato simbolo dei tanti problemi che accompagnano la realizzazione delle opere pubbliche nell’isola. Stando a quanto appreso da MeridioNews, da qualche settimana la Protezione civile e la struttura commissariale per il dissesto idrogeologico stanno valutando la possibilità di apportare una variante ai lavori che nel 2019 furono al centro della gara, aggiudicata nel 2019 con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ovvero chiamando i partecipanti a presentare migliorie tecniche al progetto.
Per il momento si tratta di un’ipotesi che dovrà essere suffragata da perizie tecniche che la Protezione civile ha disposto per verificare la fattibilità del cambio in corsa. Nello specifico, a non essere realizzata sarebbe la galleria lato mare, lasciando la carreggiata in direzione di Messina a cielo aperto. Il progetto finora seguito prevede invece la realizzazione della coppia di trafori sotto il piano della frana. Se dovesse arrivare l’ok, le due principali conseguenze potrebbero essere una riduzione delle tempistiche, già ben lontane dall’originale cronoprogramma per via di una serie di contrattempi di natura anche giudiziaria, e un risparmio in materia di costi. Nel primo caso, l’obiettivo verosimile potrebbe essere quello di concludere i lavori nell’ultimo scorcio d’estate. Per quanto riguarda le somme da recuperare, la cifra potrebbe aggirarsi intorno ai tre milioni di euro, anche se una stima precisa non è stata ancora fatta.
Per decisioni ancora in ballo, altre sono ormai definitive anche se sono serviti praticamente cinque mesi. La Regione ha infatti finalmente ricevuto il parere dell’Avvocatura dello Stato su come gestire l’appalto, dopo che l’imprenditore titolare della Sgromo Costruzioni – una delle due imprese aggiudicatarie – è stato coinvolto in un’inchiesta giudiziaria in Calabria. Avviata la rescissione del contratto, la stazione appaltante attendeva di capire se il cantiere potesse essere preso in mano dall’altra impresa partecipante con Sgromo alla gara, la Cospin di Antonio Pinzone. Il dubbio stava nel fatto che, entrambe le ditte, al momento di presentare l’offerta avevano dichiarato di avvalersi della Drg srl, impresa che aveva i requisiti per la realizzazione delle gallerie. A scioglierlo di recente è stata l’Avvocatura dello Stato, sostenendo che il passaggio rispetterebbe le previsioni della normativa in materia di lavori pubblici.
Preso atto del parere, la ripresa dei lavori potrebbe essere questione di poche settimane. L’auspicio è quello di rimettere in moto i mezzi già prima di Pasqua, dopo avere completato le operazioni relative allo stato di consistenza dei lavori, ovvero accertare ciò che fin qui è stato fatto e stimare l’importo di quello che dovrà essere ancora realizzato. In ogni caso si riprenderà dalla galleria a monte, dove sono ancora diversi i conci da completare. Poi toccherà capire se bisognerà o meno mettere mano alla seconda.