Tela dopo tela, la mostra di Modigliani, al Vittoriano fino al 20 giugno, incanta e coinvolge il visitatore
A spasso con Modì
Visitare una mostra d’arte, per me, che non ci sono abituata, è come immergersi nel profondo di un mare sconosciuto e poi tornare a galla e accorgersi di aver sognato tutto.
La mostra di Modigliani permette di aprire uno spiraglio sulla vita del pittore italiano a Parigi, con opere anche meno conosciute fra cui una delle poche teste scolpite rimaste, dal chiaro sapore primitivo.
La mostra si apre con la figura familiare di Corrado Augias che in un filmato racconta la breve vita di Amedeo.
Segue una galleria di fotografie che ritraggono alcuni suoi amici e conoscenti, oltre alle donne, che furono tanto importanti nella sua vita.
Così, quando inizia la mostra vera e propria (circa cento tra tele e disegni, provenienti da musei e collezioni private di tutto il mondo), ti sembra di conoscerle già quelle persone bizzarre, un po’ matte, come forse erano tutti gli artisti della Parigi di primo Novecento.
Bizzarro, Amedeo sembrava esserlo un po’ più degli altri: allegro, elegante, anche se vestito di stracci o quasi, galante e bello, amatissimo dalle donne, oppure rissoso, violento e chiassoso, quando se ne andava, ubriaco, a spasso per Montmartre con Utrillo, più ubriaco di lui, oppure sognatore, incapace di piegarsi alle regole del nascente mercato dell’arte (come faranno invece tanti suoi colleghi) e malinconico.
O forse tutte queste cose insieme.
Della sua vita sregolata, che ha contribuito a far nascere la leggenda su di lui (lo chiamavano Modì, che suona come Maudit, in francese, maledetto) sembra però non restare traccia nella sua pittura, nella sottile instabilità dei colli lunghi e degli ovali trasognati, o nell’eleganza voluttuosa dei celebri nudi, pastosi e morbidi.
Eppure, a guardare sotto la superficie, qualcos’altro si trova: negli occhi vuoti, di due colori diversi (soprattutto nei ritratti delle persone che amava di più), uno che guarda verso l’esterno, il mondo, e uno che guarda verso l’interno, l’anima; in quelli “rigati ” di François Brabander; nell’assenza quasi totale di opere che raffigurino paesaggi (4 in tutta la sua opera, di cui uno è presente alla mostra di Roma): tutti questi particolari rivelano l’attenzione di Amedeo alle persone, forse nascosta dal suo carattere a volte ruvido; l’attenzione proprio verso quelle persone che aspettarono la sua morte per iniziare a capire la sua arte, e che forse devono ancora iniziare a comprendere la sua vita.