Palermo. Domenica di Pasqua. Una delle tante Chiese della città. Santa Messa delle ore 10 e 30. Tutto tranquillo fino alla benedizione. Poi… Poi il sacerdote si rivolge ai fedeli e dice: In Sagrestia sono disponibili le ampolle con lacqua benedetta. Chi vuole portare nella propria casa lacqua benedetta si può accomodare. E’ la non frequente distribuzione ai fedeli dell’acqua che è stata benedetta la notte della veglia Pasquale. Un’azione caritatevole che, come vedremo, i ‘panormiti’ trasformano in ‘darwinismo spirituale’.
Dieci secondi dopo, infatti, la fila è chilometrica. Già al quarto minuto si capisce che cè una sproporzione tra il numero delle ampolle con lacqua benedetta e il numero dei fedeli in fila. Si si dovesse fare unanalisi economica, si potrebbe dire che la domanda di ampolle con lacqua benedetta è di gran lunga superiore allofferta. Ma siccome lacqua benedetta non è in vendita – ma è gratis – si pone un altro problema che si sintetizza in una domanda: che farà il panormita al cospetto di uneventualità così pressante (acquisire comunque lampolla con lacqua benedetta) e incerta (il dubbio, man mano che la fila scorre allindietro, di non arrivare ad acciuffare lampolla)?
Benché nessuno labbia detto, la notizia che le ampolle con lacqua benedetta potrebbero non bastare si è diffusa come unonda dal punto di distribuzione fino alla coda della fila. Che succederà?
Puntuale come unequazione chimica viene fuori la natura spataiuola e zaffigna del panormita. Ecco, insomma, i protagonisti del ‘salta la fila’ che si mettono subito all’opera. Il primo ad aprire le danze è un signore anziano un po malconcio che si accompagna con un bastone: con inaspettata velocità aggira la fila e arraffa un’ampolla.
Dietro di lui, alla velocità della luce, si è catapultata una signora anziana: anche lei aggira la fila e mette nel carniere lampolla con lacqua benedetta. La gente della fila ufficiale mormora, ma non reagisce. Un minuto e diciannove secondi dopo ci sono due file: quella ufficiale di chi rispetta il turno e la fila abusiva dove si danno da fare i soliti spataiuoli e zaffigni.
Passano ancora cinquantatrè secondi e il mormorio, dalle parti della fila ufficiale, cresce. Anche perché da entrambe le file – ‘ufficiale’ e ‘abusiva’ – vengono fuori signore e signori con tra le mani ‘grappoli’ di ampolle con l’acqua benedetta. Cosa, questa, che alimenta la certezza, in chi sta ancora in fila – ‘ufficiale’ e abusiva’, naturalmente – di non arrivare ad acchiappare la ‘quota’ di ‘benedizione’.
Siamo ormai alle ultime battute finali: dalla fila ufficiale il mormorio è diventato una protesta corale: Che modi sono questi? Pure in chiesa si saltano le file?. Restano otto ampolle, poi quattro, poi due…
La signora della fila ufficiale sta per prenderne una delle ultime due, ma viene bruciata sul tempo da un signore che arriva come un falco dalla fila degli spataiuoli e zaffigni il quale le arraffa tutte due… E si giustifica così: Sa, è Pasqua, ne porto una a mia sorella….
La signora insorge con veemenza, spalleggiata da tutta la fila ufficiale. Incredibilmente, il signore della fila spataiuola e zaffigna è costretto a mollare la presa, cioè le due ampolle. La signora della fila ufficiale le prende entrambe: una è per sé, mentre la seconda ampolla viene consegnata alla signora che sta dietro di lei. Poi gira lo sguardo verso la fila ‘abusiva’ degli spataiuoli e degli zaffigni ed esclama: Capisco alla Usl o dal salumiere: ma fare queste cose anche in chiesa….
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