Quattordici pannelli, quattordici vite raccontate nello spazio di un metro per due. Altrettanti giornalisti tra i numerosissimi che hanno perso la vita perché troppo onesti, troppo testardi, troppo vicini alla verità. Si chiamavano Enzo Baldoni, Maria Grazia Cutuli, Ilaria Alpi, Mario Francese, Guido Puletti, Giancarlo Siani, Walter Tobagi, Carlo Casalegno, Giuseppe Fava, Beppe Alfano, Antonio Russo, Mauro De Mauro, Giovanni Amendola, Piero Gobetti: nomi che coprono quasi un secolo di storia.
La mostra Il giornalismo che non muore, che si svolgerà dal 19 al 29 aprile nel corridoio dellorologio dellex monastero dei Benedettini, è stata organizzata dalla facoltà di Lingue dellUniversità di Catania con il contributo dellOrdine dei giornalisti di Sicilia. Allinaugurazione della mostra, che avrà luogo il 19 aprile alle 11.30, saranno presenti Sonia Alfano, Elena Fava e la famiglia Cutuli, tutti parenti di alcune delle vittime, e Simona Cocuzza, reporter. Il tentativo, infatti, è quello di aggiungere alle semplici note biografiche della mostra anche il ricordo della passione che questi cronisti avevano per un mestiere che avevano trasformato in impegno civile, lontani dalla rassicurante stabilità di una scrivania.
La mostra è partita da Riccione lanno scorso, passando per Bologna e Palermo prima di arrivare a Catania. E nata grazie alliniziativa del Premio Ilaria Alpi, un concorso dedicato alla giornalista della Rai uccisa in Somalia nel 1994 assieme alloperatore Miran Hrovatin, e che da più di undici anni promuove il giornalismo dinchiesta e lindagine sul ruolo dellinformazione.
A Catania, liniziativa è stata inserita in un contesto di riflessione sulla mafia, giacché la Sicilia, per i giornalisti particolarmente scomodi come lo furono Fava o Alfano, ha dimostrato di non essere da meno rispetto a qualunque altra zona di guerra. Il 29 aprile alle 11 nellAuditorium della Facoltà di Lingue, a chiusura delle attività, si svolgerà lincontro La mafia tra storia e memoria, al quale parteciperanno Dario Montana e Marisa Acagnino. Lincontro è organizzato dal Liceo Scientifico Boggio Lera di Catania, e rientra in una serie di iniziative finalizzate alleducazione alla legalità.
Quello dei giornalisti morti mentre svolgono il loro lavoro è un numero in aumento. Secondo lIstituto internazionale della stampa, nel 2005 sono stati sessantacinque i giornalisti uccisi in servizio: ventitrè solo in Iraq, ai quali si aggiungono i corrispondenti o i free-lance da zone che oramai non fanno nemmeno più parte dei telegiornali o che non occupano le prime pagine dei quotidiani.
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