Al campo San Teodoro le due compagini etnee si sono affrontate in un match dal sapore particolare. Da una parte i 15 librinesi sostenuti da un pubblico dal tifo travolgente, dall'altra la storica società, retrocessa quest'anno per problemi economici. Nonostante la sconfitta, in attesa dell'incontro di ritorno, la squadra di casa porta con sé il successo di essere arrivata a livelli mai raggiunti prima, lottando minuto per minuto, azione per azione. Guarda le foto
A Librino la festa del rugby catanese Il cuore dei Briganti, l’esperienza Amatori
Sorrisi e succo d’arancia. Emozione e musica. E poi il fango, le urla, l’intensità di una partita combattuta fino all’ultimo minuto, con la consapevolezza di aver vinto comunque. L’andata del derby catanese di rugby, valevole per l’accesso in serie B, che ieri ha visto affrontarsi i Briganti e l’Amatori al campo San Teodoro di Librino è stata soprattutto una festa. Da una parte una realtà giovane, nata otto anni fa e cresciuta con tenacia tra le difficoltà; dall’altra una squadra storica, in campo tra alterne fortune dal 1963. I padroni di casa hanno perso 8 a 31, ma poco conta il risultato: strappano una meta emozionante, giocano azione per azione con intensità e cuore, stupendo più volte gli avversari per la capacità di reagire. Ancora una volta i Briganti hanno dimostrato – ad appena due anni dall’insediamento nell’impianto abbandonato del quartiere – di essere una realtà valida nel panorama sportivo catanese e non solo.
La storica giornata è iniziata con il match tra le under 14, questo vinto nettamente dai giovani librinesi autori di ben sette mete. Poi la partita contro la squadra che fino all’anno scorso giocava in serie A e retrocessa in questa stagione per ragioni economiche. C’è il tempo per scambiare i complimenti con i più piccoli e chiedere loro «V’addivittistuvu? », prima del calcio d’inizio. E nel campo giallastro, incastrato tra Borgo Librino e i palazzoni, le urla dei sostenitori dei 15 in rosso hanno riempito un cielo che si è mantenuto limpido fino al termine dell’incontro. «M’bare, accussì è bellu – spiega con foga un tifoso all’amico scettico – Finisce la partita e si abbracciano, vanno a fare il terzo tempo». «La squadra di casa ha perso, ma nessuno fischia», fa eco Fabio. Dietro di lui una signora di mezza età non ha smesso di urlare per tutto il tempo «Forza Briganti!», pregando ad alta voce che il vento smettesse di soffiare contrario a ogni calcio piazzato.
«Loro sono di un altro livello», ha ammesso alla vigilia Piero Mancuso, giocatore e coordinatore delle squadre giovanili dei Briganti. «Per noi è un successo essere arrivati a questo punto, ma giocheremo senza pressioni e saremo soddisfatti se alla fine potremo dire di aver dato il massimo». E guardando i propri giocatori sfilare tra gli applausi dei tifosi di entrambe le squadre, tutto il clan dei Briganti non può fare a meno di essere orgoglioso. Prossimo appuntamento domenica 23 marzo per il match di ritorno al campo Santa Maria Goretti.