In campagna elettorale si sa, è difficile parlare di politica, ma la facoltà di Lingue di Catania, allinterno dei corsi di Storia e Tecnica del giornalismo e Storia sociale dei media è riuscita ad invitare uno dei personaggi più discussi degli ultimi tempi: Alexander Stille, autore del documentario-denuncia “Citizen Berlusconi” prodotto dalla stefilm di Torino, versione originale del documentario trasmesso il 21 agosto 2003 dalla Pbs, la tv pubblica americana, documentario che nessuna televisione italiana ha mai voluto trasmettere. Stiller per loccasione presenterà il suo saggio, tratto dallomonimo documentario, Citizen Berlusconi edito da Garzanti.
Giornalista e scrittore, Alexander Stille vive regolarmente tra gli Stati Uniti e lEuropa, ha un rapporto privilegiato con lItalia di cui segue con passione le vicende politiche e sociali. Ha studiato allUniversità di Yale ed alla scuola di giornalismo della Columbia University. Scrive regolarmente per la rivista New Yorker e per il quotidiano italiano La Repubblica, oltre a collaborare con numerose altre testate tra cui New York Times, New York Review of Books, New York Times Magazine. Ha lavorato come redattore alla casa editrice Mondadori che oggi è il suo editore italiano per il quale ha pubblicato Uno su Mille (1991), storia di cinque famiglie ebree italiane sotto il fascismo, Andreotti (1995), Nella terra degli infedeli. Mafia e politica nella Prima Repubblica (1995) ed il recentissimo La memoria del futuro (2003). La sua attività di saggista e narratore ha incontrato i favori della critica internazionale che lo ha descritto come a lovely storyteller Publisher Weekly o come a writer to watch New York Times. In un suo recente intervento su Corrispondence sostiene che La stampa italiana appare come molto plurale ( ) ma ad un ispezione più accurata appare profondamente malata e, al di là della diversità ideologica, depressivamente monotona. La simbiosi tra stampa e potere politico deriva dallo stretto rapporto tra i proprietari dei maggiori giornali e la classe politica ed arriva a parlare di balcanizzazione della stampa italiana
Inizialmente, per poter vedere il documentario Citizen Berlusconi si era costretti a scaricarlo dalla rete. Impossibile reperire Citizen Berlusconi nei normali negozi, il noto settimanale italiano Internazionale ha deciso di inserirlo tra i suoi allegati per favorirne la diffusione. La diffusione parve un lontano miraggio già quando, durante la presentazione ad Oslo, dei nostri diplomatici avrebbero fatto pressioni sugli organizzatori dell’European Documentary Festival per far ritirare il documentario Citizen Berlusconi dalla programmazione della manifestazione, chiedendo che la motivazione ufficiale parlasse di “problemi tecnici. La Norvegia ha così denunciato laccaduto. Stefano Tealdi della Stefilm di Torino ha tentato di ricostruire la vicenda: “Siamo stati informati da Jan Langlo del Norwegian Film Insitute che dopo la conferenza stampa di presentazione del festival gli organizzatori sono stati invitati dalla nostra ambasciata a escludere Citizen Berlusconi dalla scaletta. Inoltre agli esterrefatti norvegesi è stato anche chiesto di non rendere pubblica questa richiesta ma di addurre motivazioni tecniche per l’improvviso cambio di programma. L’Nfi ha cambiato la scaletta ma ha deciso di rendere nota la pressione italiana”.
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