Su delega della ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, il prefetto di Catania Claudio Sammartino ha disposto un accesso ispettivo antimafia. Dall'insediamento sono previsti tre mesi di attività di indagine, prorogabile per altri tre
A Calatabiano arriva la commissione ispettiva antimafia «Verificare infiltrazioni o condizionamenti della mafia»
«Verificare l’eventuale sussistenza di forme di infiltrazione o di condizionamento di tipo mafioso». Per questo il prefetto di Catania Claudio Sammartino, su delega della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, ha disposto un accesso ispettivo antimafia al Comune di Calatabiano, in provincia di Catania.
L’attività ispettiva della commissione di indagine si è insediata oggi e sarà
supportata nell’espletamento dell’incarico dal personale delle forze di polizia e dovrà
essere perfezionata entro tre mesi dall’insediamento. Un periodo prorogabile di ulteriori tre mesi, qualora fosse necessario.
A giugno dello scorso anno, il Comune del celebre castello era stato coinvolto nell’operazione Isola Bella che aveva portato all’arresto di 31 persone anche tra appartenenti ai clan Cintorino-Cappello e Santapaola-Ercolano si siano spartiti l’Isola Bella di Taormina. Nella spartizione mafiosa, Calatabiano era risultato una intersezione tra le province di Catania e Messina, anche perché è sempre stato la «roccaforte storica» del clan Cintorino della famiglia Cappello.
A finire nelle carte del’inchiesta era stata la gestione del parcheggio a San Marco, nel litorale marino di Calatabiano. L’allora ispettore capo di polizia Francesco Franco (indagato ma non arrestato), nel giugno del 2014, avrebbe rivelato informazioni che sarebbero dovute rimanere segrete in merito alle offerte presentate per la gara pubblica indetta dal Comune di Calatabiano per la gestione del parcheggio. Franco avrebbe dunque abusato della propria posizione rivelando un segreto d’ufficio a un imprenditore ritenuto vicino a esponenti della criminalità locale.