A ‘caccia’ di delfini nella costa di Siracusa

Appuntamento domenica mattina alle 8 del mattino al porto di Catania. Noi siamo i primi ad arrivare, e cominciamo a guardarci attorno per cercare di capire in quale barca saremmo dovuti salire. Dopo un po’ arrivano Sebastiano Mazzarino, giornalista, e Letterio Mario Tringali, Cetologo, entrambi soci della Ketos, ente culturale e scientifico che ha come obiettivo principale la tutela e la salvaguardia del mare oltre allo studio della Cetofauna presente nelle acque che circondano la Sicilia. Noi saliamo nella barca messa a disposizione da Bruno Sirianni – veterinario – e insieme ai soci della Ketos, al gommone del Nucleo Sommozzatori – Sezione Navale dei Vigili del Fuoco e alla barca della Guardia Costiera di Catania, salpiamo alle 9. In barca con noi ci sono due studentesse del liceo scientifico Galileo Galilei, Matilde Eredia e Fiorella Campione, rispettivamente 4° e 5° M, che a maggio hanno seguito un corso sui delfini organizzato dall’associazione. Mentre navigavamo ci arrivavano le comunicazioni del gommone dell’associazione, in mare dalle 7 del mattino. “Li abbiamo avvistati – ci comunicano tramite il ponte radio – “ Stanno saltando sopra di noi”. I due ragazzi, già sul posto, ci hanno dato le coordinate e noi ci siamo diretti in quella direzione.

Dopo mezz’ora di navigazione siamo arrivati sul punto X, a largo di Brucoli, dove ad aspettarci c’era il gommone della Ketos. Fortunatamente c’era una bella giornata e il mare era calmo, condizioni che ci hanno permesso di osservare l’affiorare in superficie dei delfini. Minuti si silenzio, motori spenti e sguardi attentissimi ai minimi movimenti della superficie del mare. Ad un tratto, un ragazzo che era con noi ha esclamato: “Sono là, li vedete ? “. L’occhio più esperto di chi li aveva già avvistati altre volte li ha individuati subito, mentre gli altri hanno impiegato più tempo. I delfini affioravano in superficie per respirare, in coppia o in tre.  Lontani da noi, però. Se c’era una cosa che li disturbava era il motore delle barche, mentre quello dei gommoni dava loro meno fastidio. A poco a poco li cominciamo a vedere tutti. Si trattava di un gruppo di esemplari adulti – con un solo piccolo, per l’esattezza di Tursiope, delfini che vivono nella nostra costa. 
A molti potrebbe sembrare strano pensare che i delfini si possano vedere anche nelle coste di Catania o Siracusa. E invece è proprio così. Per nutrirsi, questi bei mammiferi, si avvicinano ai pescherecci che pescano pesce azzurro, il loro preferito.
E per osservarli noi ci siamo recati in prossimità del peschereccio Orione, che pesca più di tutti. E i delfini lo sanno. Hanno imparato a riconoscere il rumore dei vari pescherecci e a riconoscere quello che “offre” loro più pesce.

La nostra presenza non gli era indifferente. Infatti quando noi cercavamo di avvicinarci, loro si allontanavano. Letterio Mario Tringali, presidente della Ketos, ci spiega “ Vedi, i delfini interagiscono con le attività di pesca artigianale del golfo, qui dove siamo noi ci sono più possibilità di vederli. Per individuarli seguiamo alcune rotte prestabilite, che sono quasi sempre quelle della diffusione della pesca. Nei primi tempi – continua Mario – i pescatori non ci vedevano di buon occhio, ma col tempo hanno capito che non abbiamo niente contro di loro. A Catania siamo l’unico gruppo che è specializzato sui cetacei. Per studiarli – ci spiega Tringali – effettuiamo delle uscite in barca mirate alla fotoidentificazione, un metodo che permette tramite l’utilizzo della tecnica fotografica di riconoscere e schedare i singoli individui. Inoltre stiamo tentando di mettere a punto delle tecniche, in collaborazione con l’Università di Catania, che consentano di studiare da un punto di vista genetico le popolazioni di delfini nel Golfo di Catania. Lo scopo dell’associazione è quello di trovare nuove e valide linee guida in alternativa all’uso dei deterrenti acustici (in corso di sperimentazione in Europa) affinché le autorità locali possano risolvere il grave problema dell’impatto sulla piccola pesca artigianale. Un altro progetto che stiamo portando avanti – conclude Tringali – è uno studio ecotossicologico coordinato dalla veterinaria Vanessa Zirilli .”

 

Dopo più di un’ora che eravamo lì, avvistarli risultava molto più facile. Salgono in superficie e si immergono in continuazione, si spostavano e noi piano piano cercavamo di avvicinarci. Per un bel po’ non abbiamo fatto altro. Ma siamo rimasti sempre a debita distanza, perché loro per abituarsi alla nostra presenza ci sono stati un pezzo. Un sommozzatore, Diego Parisi, si immerge per cercare di vedere se era possibile fotografarli sottacqua. Ma l’intento non è risultato facile perché i delfini si muovevano velocemente, impedendo di farsi individuare. Verso le 12,30 il capo fa segno di ritornare al porto. “Questa giornata – ci spiega il Cetologo – è andata bene perché i delfini c’erano, ma non è sempre così. A volte capita di arrivare e non vederli per niente”.

La Ketos ha una partnership con il Centro Studi Nazionale Cetacei di Roma, partecipa a tutte le attività di monitoraggio e spiaggiamenti di tutta la costa nazionale. In particolare seguono quelli della costa orientale della Sicilia. Questa associazione collabora con l’Istituto Zooprofilattico di Palermo, con il CNR nazionale, l’Assessorato alla Sanità, l’Assessorato all’Ambiente della Regione Siciliana, l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Catania e il nostro ateneo. Dal 2003 è in atto una convezione formale con l’Università degli Studi di Catania, appunto, che vede la Ketos impegnata in qualità di tutor per gli studenti dei corsi di laurea di Scienze biologiche e Scienze Naturali, a scopo formativo e con la finalità dell’elaborazione di tesi di laurea attraverso l’attiva partecipazione alle attività di ricerca in corso.

Uno degli indirizzi della Ketos è quello di fare ecoturismo. Vi diamo il sito. 
www.whalewatching.it 

Melania Mertoli

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