I carabinieri stanno analizzando immagini di telecamere di videosorveglianza che avrebbero ripreso la macchina incriminata. «Se qualcuno ha informazioni che possano aiutare a identificare il killer, faccia un passo avanti», è l'appello degli animalisti
Pony trascinato ad Acate, si indaga su due auto «Trovare l’autore di questa crudeltà senza senso»
«Se qualcuno ha informazioni che possano aiutare a identificare il killer faccia un passo avanti. Non si può restare indifferenti davanti a tanta crudeltà». È l’appello che arriva da Piera Rosati, la presidente Lndc Animal Protection, per il pony – un esemplare femmina di dieci anni – che qualche giorno fa è stato trascinato per almeno tre chilometri prima di essere abbandonato agonizzante sul ciglio della strada nelle campagne di Acate, in provincia di Ragusa. Al momento, sono infatti in corso le indagini da parte dei carabinieri su due auto che sono state riprese dalle videocamere di sorveglianza presenti nella zona. In particolare, una delle macchine sarebbe quella con cui un uomo alla guida avrebbe legato e trascinato l’animale, rubato circa una settimana prima a un anziano agricoltore della zona.
L’animale è poi stato abbattuto perché comunque non sarebbe sopravvissuto a causa delle profonde ferite e delle numerose fratture. «Chi compie un gesto del genere – commenta Rosati – è sicuramente una persona squilibrata, magari non apparentemente, ma è una persona che rappresenta un pericolo per tutti gli esseri viventi. Un killer spietato e sadico che va fermato». Per questo, la presidente dell’associazione animalista fa appello a tutti i cittadini «invitandoli a fornire informazioni se hanno qualche idea su chi possa essere stato a compiere questa barbarie. Non si può rimanere impassibili – sottolinea – davanti a una crudeltà senza senso come questa».
Un altro invito è rivolto poi alle istituzioni locali «affinché promuovano progetti di sensibilizzazione contro la violenza sugli animali. Oltre che da un punto di vista legale, infatti, questi comportamenti devono essere combattuti da un punto di vista culturale – fa notare Rosati – per eradicare quella subcultura ancora troppo presente che vede gli animali come oggetti che possono essere maltrattati anziché come esseri viventi che hanno sentimenti esattamente come i nostri». Del resto è stata la stessa presidente di Lndc Animal Protection a ricordare che «la provincia di Ragusa non è nuova a questo genere di crudeltà sugli animali: negli anni abbiamo assistito ad avvelenamenti e impiccagioni di cani e gatti randagi in diversi Comuni. Ci siamo appellati ai sindaci per chiedere maggiori controlli e abbiamo sporto denunce. Proprio come faremo anche in questo ennesimo e brutale caso di violenza spietata e inspiegabile», conclude Rosati.