I militari hanno scoperto operazioni inesistenti e mai dichiarate da parte della ditta palermitana Runex che avrebbe fatto da tramite per altre aziende sparse nella Penisola. Le indagini sono emerse dal tracciamento della transazioni commerciali
Sequestro da oltre 78 milioni della guardia di finanza Società avrebbero frodato fisco con fatturazioni false
Sequestro preventivo di oltre 78 milioni. È il provvedimento eseguito dalla guardia di finanza di Palermo nell’ambito di un’inchiesta per presunta evasione dell’imposta sul reddito e dell’iva che riguarda più società. In particolare, il gip del Tribunale di Palermo, Annalisa Tesoriere, ha disposto un sequestro di 19 milioni nei confronti della Runex Srls con sede a Palermo. Mentre 19 milioni nei confronti della Martenk Spa con sede a Roma. I sequestri poi hanno coinvolto Ferkal con sede a Napoli, per 19 milioni, 16 milioni alla nei confronti della Sifer Srl, con sede sempre nel capoluogo partenopeo per 24 milioni. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Andrea Fusco, sono state condotte dalle Fiamme gialle sono scattate durante un controllo fiscale alla società palermitana. L’impresa pare risultasse priva di mezzi, locali, attrezzature pur non avendo mai presentato dichiarazioni, versato imposte o avuto personale.
Runex avrebbe intrattenuto transazioni commerciali negli anni 2016 e 2017 con la società Adn Martenk con sede a Roma. I militari hanno eseguito perquisizioni e accertamenti bancari col fine di ricostruire i rapporti economico-commerciali tra le due società. Secondo quanto rilevato dai militari, la società palermitana avrebbe emesso fatture per operazioni inesistenti nei confronti della società romana che, a sua volta, avrebbe venduto la merce solo sulla carta oggetto di precedente fatturazione ad altre due società con sede a Napoli e Milano, rispettivamente la Sifer srl e la Ferkal. In questo modo sarebbero state generate fatture false per oltre 312 milioni di euro e avrebbero abbattuto in modo illecito il reddito imponibile delle società destinatarie delle fatture false, attraverso la contabilizzazione di costi fittizi nonché l’indebita detrazione dell’Iva. I sei rappresentanti legali delle società coinvolte sarebbero indagati per dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione, emissione di fatture per operazioni inesistenti e occultamento o distruzione di documenti contabili.