Sono passati trenta giorni, durante i quali l'organo di informazione dal basso della cittadina a sud di Siracusa è rimasto completamente nel silenzio. Chiuso il 30 agosto in polemica con l'amministrazione comunale avolese, a causa delle continue richieste di modifica ai post e minacce di querela, i gestori hanno deciso ieri di riprendere le pubblicazioni. «Tanti avvocati ci hanno dato la loro disponibilità ad aiutarci, ma abbiamo riaperto per la tanta gente che si è battuta affinché il blog tornasse a fare informazione», spiega Gianni Amato, il fondatore
Dopo un mese Avolablog torna online Il fondatore: «Riapriamo grazie ai cittadini»
Dopo un mese di chiusura, Avolablog riapre. «Solo grazie alle di decine di persone che si sono mobilitate», spiegano in un post gli autori di quello che, dal 2007, è uno dei principali organi di informazione della cittadina a sud di Siracusa. L’ape, simbolo del blog, è stata protagonista di una campagna di sensibilizzazione sul web. Alla quale si sono aggiunte lettere, una petizione e attestati di stima. La decisione sembrava dietro l’angolo.
«La situazione non è rientrata del tutto, il problema rimane, ma c’è stata la solidarietà dei cittadini e di tanti avvocati che si sono messi a disposizione per aiutarci. Abbiamo riaperto per la tanta gente che si è battuta affinché Avolablog tornasse a fare informazione», spiega Gianni Amato, professionista della sicurezza informatica, fondatore e gestore del blog che si basa, principalmente, sulle segnalazioni dei cittadini avolesi. Questa estate, fino al giorno di chiusura, il 30 agosto, sono state continue le richieste di rettifiche ai post, seguite da intimazioni di rimozione di interi contenuti e persino alcune minacce di querela da parte di esponenti dell’amministrazione comunale avolese. Fatti ripetuti «tre o quattro volte al giorno» e la pressione insistente avevano fatto desistere i blogger dal continuare l’opera di informazione dal basso.
Passato un mese, la situazione è cambiata in meglio. «Adesso, con un appoggio esplicito, non sento che tutto si ripercuote su di me e gli altri collaboratori», afferma Amato. Che individua in un giorno, il 19 settembre, e in un programma di radio Power station il vero punto di svolta della situazione. «A quella trasmissione sono intervenuti i rappresentati di varie fazioni politiche differenti, tutti ci hanno manifestato sostegno. E dopo, alle varie riunioni nelle quali abbiamo discusso se continuare o meno l’esperienza, si sono avvicinate decine di persone». Persone che ora danno una mano concreta al blog.
La mobilitazione deve aver colpito anche il sindaco Luca Cannata, a centro delle critiche per l’atteggiamento censorio su Avolablog. «Anche il sindaco è intervenuto a quella trasmissione alla radio: non ci ha sostenuto, ma ha citato la libera informazione garantita costituzionalmente», racconta Amato. Che, per il mese perduto, ha un unico grande rammarico. «Sulla questione dei migranti, sbarcati ad Avola prima che nel resto della Sicilia, ci è arrivato moltissimo materiale di documentazione fatta dai cittadini. Non tutto è andato perduto, perché molte cose ora si trovano su Facebook. Ma Avolablog poteva essere un ottimo archivio per la memoria di quei momenti», conclude il fondatore.