Servizi sociali, confermati i tagli Al vaglio due proposte, istituti in assemblea

Sembra senza una via d’uscita l’impasse in cui si trovano i 15 istituti socio-assistenziali catanesi e l’amministrazione etnea. Dagli inizi di settembre le strutture che offrono servizi extra-scolastici per minori in difficoltà economiche sono in attesa del rinnovo delle convenzioni e per i piccoli assistiti i cancelli degli istituti sono ancora serrati. Dopo l’ipotesi di far lavorare gli operatori gratis fino alla fine del 2013, le soluzioni sul tavolo sono due, abbastanza simili sul fronte del peso sulle casse di palazzo degli Elefanti, ed entrambe hanno un solo punto fisso: i minori che verranno seguiti da gennaio a giugno 2014 saranno 630 (a fronte dei 760 dell’anno scorso). Resta da decidere se potranno essere accolti tutti ma solo per 45 giorni, oppure quasi la metà (378) per tutti i tre mesi che restano fino alle vacanze natalizie. «Ci avevano proposto anche di diminuire le rette del 30-50 per cento, ma abbiamo rigettato l’ipotesi», spiega Salvatore Caruso, presidente dell’Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale.

Proprio durante le sedute che si susseguono per trovare una soluzione, sono state messe in rilievo alcune particolarità, come la scelta delle strutture alle quali affidare i giovani seguiti dal Tribunale dei minori (una decisione che spetta agli assistenti sociali comunali e che si limita nella selezione a pochi centri). Oppure l’affidamento per trent’anni di 180 minori ad un singolo istituto – il Mary Poppins di viale Castagnola, a Librino – con una voce di bilancio di quasi due milioni di euro. Una convenzione stipulata dal Comune nel 1995 che pesa su metà dell’intero fondo destinato a tutti gli istituti.

Nonostante la richiesta di «individuare risorse aggiuntive», sembrano inevitabili tagli all’organico, così come la riduzione delle attività rivolte ai minori che riusciranno a rientrare nelle nuove graduatorie. Dev’essere ancora discussa anche l’ipotesi di una duplice lista che divida i ragazzi che fanno solo attività extra-scolastiche da quelli che seguono anche le lezioni regolari. E, nell’attesa che la situazione si sblocchi, sia per accogliere solo per 45 giorni i ragazzi che per farlo per tutto l’autunno, sono partite le ispezioni per verificare le condizioni degli istituti. Per Caruso si tratta di routine, nulla a che vedere con la particolare condizione: «Ogni anno l’amministrazione richiede la documentazione e fa anche una valutazione de visu tramite sopralluoghi».

Quelli convocati ieri sono stati 14 centri: Ancelle Riparatrici, Arcobaleno Victorine Le Dieu, Casa della carità, Cirino La Rosa, Città dei ragazzi, Eden school, Educandato regina Elena, Madonna della provvidenza, Mary Poppins, Sacro Cuore, San Francesco di Paola, San Giuseppe, Santa Maria del Lume e Santa Rosa. «Nel pomeriggio ci siamo riuniti per fare una riflessione comune – prosegue il presidente dell’Uneba – e sabato avremo un nuovo incontro con gli assessori ai Servizi sociali e al Bilancio».

[Foto di xandert]


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Continua lo stato di incertezza dopo l'ennesimo incontro con gli assessori al Bilancio e ai Servizi sociali, ma di una cosa si è sicuri: il numero di minori che verranno assistiti da gennaio a giugno passa dai 760 dell'anno scorso a 630. Gli istituti socio-assistenziali devono ora decidere se seguire la totalità dei minori per 45 giorni oppure quasi la metà di loro (378) fino a dicembre. E tra i centri emerge qualche distinzione, come la voce di bilancio che assegna ben due milioni di euro all'anno ad una sola struttura

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