Inceneritori in Sicilia: tra progetti e dubbi degli esperti «Anche se avanzati costituiscono comunque un pericolo»

Inceneritori, termovalorizzatori o termoutilizzatori. La nomenclatura cambia ma il risultato sarà comune: ovvero quello di bruciare rifiuti e produrre energia. I due progetti pensati dalla Regione per la Sicilia sono sul tavolo. Ma se da un lato il governo retto da Nello Musumeci ha avanzato dei rilievi, prevedendo un primo impianto in provincia di Catania su un terreno di proprietà di Ikea, dall’altro ci sono le perplessità di chi – come gli ambientalisti – si chiede cosa producano i fumi degli inceneritori ma soprattutto su come saranno smaltite le scorie. Al centro c’è la Si Energy, appartenente agli esponenti dell’ex acciaieria Megara, società pronta a costruire il primo inceneritore che dovrebbe bruciare mezzo milione di tonnellate di rifiuti provenienti da Catania, Siracusa, Caltanissetta, Enna e Ragusa. La ditta ha presentato una relazione di 190 pagine su come vorrà realizzare l’impianto, che sarà completo di sistema per il recupero di energia.

Intanto, l’obiettivo per i Comuni sarà sempre quello arrivare al 65 per cento di differenziata, anche con una futura presenza dell’inceneritore. E se gli impianti potrebbero fornire un importante supporto allo smaltimento dei rifiuti, alla luce pure del problema legato al numero esiguo di discariche, rimane da considerare il possibile rischio che le aree circostanti agli inceneritori potrebbero essere fortemente inquinate. Il terreno su cui dovrebbe sorgere l’inceneritore vicino Ikea si trova tra Catania e Lentini. Un’area che a pochi chilometri vede anche diverse aree sensibili come il Simeto e il lago Biviere di Lentini, che all’interno ospitano diverse specie vegetali e animali. A un possibile inquinamento delle aree che si trovano a pochi chilometri, la Si Energy fa notare che dove dovrà nascere l’impianto è già presente un acciaieria. Nella relazione dalla società si legge, inoltre, che le sscorie prodotte potranno essere utilizzate nel campo dell’edilizia civile.

A provare a mettere in guardia sui rischi che possono generare gli inceneritori è Fabrizio Bianchi. Responsabile dell’Unità di Ricerca Epidemiologia Ambientale del Centro nazionale delle Ricerche a Pisa, Bianchi ai microfoni del programma Direttora D’aria su Radio Fantastica osserva come gli impianti possano costituire «un pericolo sebbene gli inceneritori di oggi sono molto avanzati e quindi meno impattanti – afferma il ricercatore – Ciononostante dobbiamo includere la produzione rilevante di ceneri e scorie che hanno effetti innegabili sulla salute: possono provare malattie cardiovascolari e respiratorie causate dalla respirazione costante di polveri e metalli». I fattori da valutare prima di attivare un inceneritore sono diversi. «Dipende anche dalle condizioni meteoclimatiche della zona – continua Bianchi – Non si deve trascurare nulla. Sono da considerare anche i parametri della Co2». L’invito dell’esperto è quello di fare delle attente valutazioni adesso e non quando potrà essere troppo tardi. Intorno agli inceneritori ci sono delle aree naturali importanti che vanno rispettate. Seguendo quanto afferma l’Organizzazione mondiale della sanità – conclude – Bisogna pensare a un unico concetto di salute generale che comprende sia quella umana, quella ambientale e quella animale. Non si può pensare alla salute degli esseri umani se tutto intorno è inquinato».


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