A Lipari un ospedale senza medici e servizi essenziali  «Isolamento non dipende dal mare ma dalle istituzioni»

«Non ci sentiamo isolati solo perché siamo circondati dal mare, ma soprattutto perché siamo abbandonati dalle istituzioni». Il tono è quello di chi è arrivato all’esasperazione. Di santi a cui votarsi, rispetto alle tante promesse di questi anni, adesso sembrano esserne rimasti pochi. Così, davanti a quello che a MeridioNews definiscono uno «smantellamento continuo nel giro di dieci anni», i residenti che fanno parte del comitato L’ospedale di Lipari non si tocca stanno portando avanti una raccolta firme (che ne conta già 600) per un esposto alla procura. «Siamo al limite dell’interruzione di pubblico servizio – afferma una delle attiviste – Per questo ci vogliamo rivolgere alla giustizia, in nome anche degli abitanti delle altre isole dell’arcipelago». 

L’appello del comitato è istituzioni è quello di ampliare il personale «che oggi è risicato in tutti i reparti» e di ripristinare le prestazioni mancanti «come il centro di riabilitazione e il servizio oncologico». A questi si aggiunge il reparto di Ortopedia, dove un solo medico fa servizio ambulatoriale senza reperibilità notturna e nei festivi; il Pronto soccorso con medici, anestesisti e infermieri per le emergenze; la mancanza di specialisti cardiologi in pianta stabile, di un centro analisi e di una Diabetologia che non sia solo ambulatoriale. «Le sale operatorie vengono aperte solo in caso di emergenza – lamenta l’attivista – e gli holter pressori (strumenti che servono per le malattie cardiologiche, ndr) che a marzo abbiamo donato all’ospedale non sappiamo dove siano finiti». 

Problematiche che per l’isola non sono certo nuove con i residenti che continuano a fare appelli per il loro diritto alla salute. «Ci sentiamo sempre in perenne emergenza perché – continuano dal comitato – anche per un incidente siamo costretti a chiamare l’elisoccorso per arrivare negli ospedali del Messinese o di Palermo. Con spostamenti che costano più di seimila euro ciascuno». E non è solo questione di costi per la sanità pubblica ma anche di tempistiche che mettono in pericolo la vita delle persone. Mentre si continua a morire, sull’isola non si nasce più. «Chi deve partorire è ancora costretto ad andare a Milazzo. Dopo sei mesi di lotte – rivendica l’attivista – siamo riusciti a ottenere il servizio per l’ecografia morfologica per le donne in gravidanza». 

E non va meglio a chi ha bisogno di una visita oculista. «L’unica scelta è tra andare all’ospedale Barcellona Pozzo di Gotto dove ci sono liste interminabili – spiegano dal comitato – oppure, per chi ha la possibilità economica, rivolgersi a uno dei centri privati». Dopo tante segnalazioni via pec all’Asp, gli attivisti sono passati alla raccolta delle firme «per continuare a chiedere i servizi essenziali e che, nel frattempo, venga disposto un numero di posti letto in alcuni ospedali del Messinese per gli isolani». Per gli attivisti anche il sindaco Marco Giorgianni non sarebbe esente da colpe. «Dovrebbe garantire la sanità pubblica e, invece, ha fatto troppo poco per evitare questa situazione», lamentano. Una situazione su cui si sono riaccesi i riflettori dopo la morte della 22enne Lorenza Famularo, che nell’agosto del 2020 era arrivata in ospedale con dolori alla spalla e all’addome curati solo con antidolorifici.

Dopo il decesso della giovane, sull’isola era arrivato in visita l’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza con l’annuncio di un potenziamento dei servizi. «Da allora, però – lamentano gli attivisti – poco o nulla è cambiato». La questione è stata discussa in commissione Sanità all’Ars su proposta del deputato Antonio De Luca. Tra le soluzioni messe sul tavolo dall’esponente regionale del Movimento Cinquestelle ha messo sul tavolo c’è l’istituzione di nuovi concorsi con mobilità extraregionale rivolte esclusivamente alle isole Eolie e la possibilità di istituire una convenzione con Federalberghi per garantire posti letto a prezzi speciali per gli agevoalre gli operatori sanitari convenzionati. «Le proposte sono state accolte e condivise dalla commissione, dall’Asp e dall’ente locale – dice il deputato al nostro giornale – Bisognerà fare un approfondimento giuridico per garantire la fattibilità per una mobilità extraregionale. Non credo che su questo però ci possano essere ostacoli». Per quanto riguarda la possibilità di nuovi concorsi le cui procedure in questo momento sono in itinere, De Luca sottolinea come queste abbiano registrato dei ritardi. 

«Il presidente del Consiglio comunale di Lipari Giacomo Biviano ha fatto notare le lungaggini burocratiche che hanno registrato i concorsi – prosegue De Luca – Questa è una cosa che va risolta, perché, mentre gli iscritti attendono che si concludano le procedure, i partecipanti finiscono per cercare altre destinazioni e partecipare ad altri concorsi». Adesso il testimone passa alla giunta regionale e all’Asp, che dovranno decidere se intraprendere le possibili linee guida. «All’udienza era presente anche l’assessora ai Servizi sanitari di Lipari Tiziana De Luca, la quale ha denunciato che il tavolo per la Sanità sulle isole minori non viene convocato da oltre un anno. La cosa grave è stata l’assenza all’udienza dell’assessore alla Salute Ruggero Razza e del dirigente Mario La Rocca – conclude De Luca – Le proposte sono state ascoltate dalla Maria Grazia Furnari, commissaria per l’emergenza Covid-19 di Messina». Intanto, sempre sulla questione dell’ospedale di Lipari, i deputati regionali Riccardo Savona e Tommaso Calderone hanno presentato un disegno di legge per incentivi agli operatori sanitari che svolgono servizio nelle isole minori. 


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