L’esodo del mercatino delle pulci A settembre da Corso Martiri a piazza Dante

I banchetti più itineranti di Catania: quelli del marcatino dell’usato domenicale. Un appuntamento fisso, ormai da 20 anni. Ma mai nello stesso posto.

Spostato lo scorso aprile da piazza Grenoble a Corso dei Martiri, per ritornare in una già nota location: piazza Dante. Dal primo settembre, dopo una pausa di tre settimane, infatti, riaprirà con oltre 400 posti, assegnati per sorteggio e divisi in settori merceologici previsti in una mappa planimetrica, «con l’obbligo di banchi per l’esposizione degli oggetti che dovranno essere inseriti in un elenco visibile al pubblico, vidimato dall’ufficio comunale al momento del ritiro della concessione», comunica l’assessore Angela Mazzola.

La decisione sarebbe stata presadurante la seduta comunale dello scorso 25 luglio. «Saremo molto rigorosi sulle regole, dal pagamento del suolo pubblico alla pulizia e effettueremo costanti controlli perché il mercato delle pulci possa diventare un fiore all’occhiello per la città», spiega l’assessore. Per ottenere le autorizzazioni si dovrà partecipare al bando pubblicato sul sito web del Comune. Gli operatori saranno divisi in due categorie: gli storici e i giornalieri. I primi, che potranno ottenere un’autorizzazione bimestrale, sono quelli che possono dimostrare – presentando il pagamento della tassa per l’occupazione del suolo pubblico – di aver esposto nel mercatino per almeno venti settimane, anche non consecutive. Agli altri sarà concessa, di volta i volta, l’autorizzazione a esporre solo per la domenica in cui ne faranno richiesta.

Un trasferimento, questa volta, che asseconda la volontà di migliorare la qualità del servizio. E controllarlo meglio. Ma gli operatori dello storico mercatino sembrano disorientati.

«È importante avere la bancarella sempre nello stesso posto, così i clienti sanno già dove trovarti. Qui invece il posto è assegnato dal caso, in base a chi arriva prima», lamentavano al trasferimento da piazza Grenoble a Corso dei Martiri, nel tratto tra via Francesco Crispi e via Enrico De Nicola. Una sede definita, allora, «provvisoria». Come la storia del mercatino che, in vent’anni di attività, ha girate tante di piazze etnee: piazza Mazzini, piazza Dante, piazza Borsellino – all’epoca Alcalà – piazza Carlo Alberto e piazza Grenoble. Dove non si è potuto più fare a seguito delle lamentele degli abitanti che «hanno denunciato al Comune la presenza di romeni che stazionavano nella zona già dalla sera prima e per tutta la notte facendo rumore – racconta un operatore che preferisce restare anonimo – Così per colpa di alcuni ci siamo andati di mezzo tutti».

Prima, in base a un censimento fatto dal Comune, le bancarelle di oggetti usati erano circa 120. «Oggi sono almeno il doppio – aggiunge un altro venditore  – In piazza Grenoble c’erano i posti assegnati, era una forma di rispetto perché ci conoscevamo tutti da anni. Adesso ci sono persone nuove che in vent’anni non ho mai visto, alcuni vengono dalla provincia, molti sono romeni. E chi non ha mai lavorato nel mercatino ha i posti migliori», dice. «Non ce l’abbiamo con loro – puntualizza – perché capiamo che in periodo di crisi dobbiamo lavorare tutti ma chiediamo solo un occhio di riguardo».

Sulle bancarelle che interrompono il Corso e impediscono il passaggio delle auto, si trovano oggetti di tutti i tipi: pc in cui inserire gli ormai obsoleti dischetti, telefoni che non si vedono più neanche a casa delle nonne, vinili. Ma non manca anche qualche bancarella di roba per niente vintage. Un mercatino affollato di prsone ma pochi comprano. A nessuno viene fatto lo scontrino, ma tutti gli operatori intervistati dichiaravano di pagare otto euro al Comune per l’occupazione del suolo pubblico.

«Non so se quelli nuovi pagano, oggi i vigili non sono passati per fare i controlli», dice il signor Antonino. Anche lui operatore del mercatino da vent’anni, era arrivato alle quattro del mattino e la maggior parte della sua merce è dentro le scatole, perché invece di avere i sei metri che ha pagato per la sua bancarella, ne ha racimolati solo due e mezzo. «Quelli negli stalli vicino all’ingresso hanno occupato più spazio e quindi noi abbiamo dovuto diminuire il nostro», racconta. Non gli piace come è organizzato il mercato: «I vigili avrebbero dovuto mettersi all’ingresso e assegnare a ognuno un posto e invece ci hanno lasciato come animali». «Qualcuno tra gli operatori storici è perfino rimasto escluso», aggiunge il signor Salvatore che, per poter occupare lo stesso posto di domenica scorsa, è arrivato alle nove di sabato sera e ha dormito in macchina.

Situazione che non dovrebbe ripresentarsi con le nuove regole e lo spostamento in piazza Dante. Ma non resta che attendere settembre per capire cosa ne penseranno i commercianti e gli abitanti della zona, dopo l’ennesimo esodo verso del mercato.


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