Il palermitano Giuseppe Panza irrompe in radio con un brano che racconta la storia di un hikikomori, un giovane che si ritira dalla vita sociale rifugiandosi in una virtuale: «Anche io ho rischiato di vivere una situazione simile, la musica mi ha salvato»
Shonen, il nuovo singolo del cantautore Mavì «Volevo veicolare un messaggio di speranza»
Freschissimo ed estivo, dai ritmi slap house e dance, ma dal tema tutt’altro che leggero. Shonen il nuovo singolo del cantautore palermitano Giuseppe Panza, in arte Mavì, è in radio da venerdì e racconta la storia di un hikikomori. Il termine, in giapponese letteralmente stare in disparte, è entrato recentemente nel lessico italiano e indica un particolare fenomeno sociale che vede giovani e giovanissimi ritirarsi completamente dalla vita sociale per lunghi periodi sostituendo le loro vite reali ad una virtuale.
«È un problema che oggi non può più essere messo da parte – spiega Mavì – non molti comprendono, soprattutto i genitori, che possono esserci ragazzi a casa che stanno male per motivi che percepiscono come più grandi di loro. Nell’ultimo periodo i numeri di questo fenomeno sono cresciuti, soprattutto in Italia dove ancora non era molto diffuso, siamo arrivati addirittura a toccare i centomila Hikikomori».
Il testo ha un filo ricorrente: la frase «non ho mai», che viene ripetuta per ben dodici volte. «In realtà sono cose che mi rappresentano – ammette il cantautore palermitano – essendo astemio non ho mai realmente vissuto, per esempio, le classiche serate di distruzione totale all’insegna dell’alcool».
Nulla è lasciato al caso, anche il delicato tema del brano è, in parte, biografico: «Io stesso – racconta Mavì – ho rischiato di vivere una situazione simile. Fortunatamente per me si è trattato di un piede che ha varcato solo per un breve periodo una soglia sbagliata». E si sente fortunato: «Sono riuscito a superare questo periodo alla grande – continua il cantautore – non sono caduto nel baratro in cui molti ragazzi invece cadono. Sono stato aiutato dalla musica, dalla mia famiglia e da tante altre cose».
«Non ho mai visto l’Italia, vuole essere una sorta di provocazione». Giocando sulla bilateralità del significato, non aver mai visto l’Italia implica il non essere mai uscito di casa, comportamento tipico dell’Hikikomori; «allo stesso tempo – continua Mavì – do un mio parere personale includendo quelle persone che non hanno mai visto l’Italia perché non sono mai uscite dall’Italia. Io sono un appassionato del Giappone e l’Italia la vedo sempre da fuori, nelle cose lontane».
Interessante anche la frase Io non ho mai amato perché ero distratto. A spiegarne il significato è, ancora una volta, il giovanissimo cantautore: «Ho un concetto strano dell’amore: la vedo come una cosa troppo distante da me fino quando non provo determinate sensazioni. Io non ho mai aperto effettivamente il mio cuore ad una ragazza. Non che io non abbia voluto bene alle ragazze che hanno fatto parte della mia vita; aprire il cuore per me è proprio un’altra cosa, un concetto che appunto si avvicina all’amore».
E nonostante il covid abbia stravolto l’equilibrio lavorativo ai più, per Mavì è stato un tempo prezioso. È proprio in quarantena che nasce Shonen: «C’è stato un periodo in cui io mi sono messo a riflettere. – racconta Mavì – Quando una persona rimane chiusa, la testa viaggia. Ammetto che per me è stato un periodo molto proficuo, ho scritto veramente molte canzoni».
L’intento del brano, che si presta facilmente a una hit estiva da cantare con gli amici sotto l’ombrellone, è porre l’attenzione sulla dinamica dell’Hikikomori, senza però trattare l’argomento con negatività e pesantezza. «L’obiettivo è veicolare un messaggio di speranza, di bellezza, di vita. – conclude il cantautore palermitano – Io non ho fatto tantissime cose ma potrei farle è questa la sintesi di Shonen ».