Un sondaggio condotto su quasi 600 alunni dell'istituto superiore Leonardo da Vinci della cittadina nissena - ed elaborato dagli stessi compagni - fotografa quale sia lo stato d'animo degli adolescenti. Il loro impegno nelle attività dei manifestanti e come giudicano il loro operato contro la costruzione del l'impianto satellitare degli Stati Uniti. Ma anche quanti casi di malattie potenzialmente legate all'elettromagnetismo coinvolgono le famiglie degli studenti
Muos, cosa ne pensano i giovani niscemesi «Se verrà completato, andrò a vivere fuori»
«Se il Muos verrà completato, andrei a vivere altrove». Più della metà degli studenti dell’istituto superiore Leonardo da Vinci di Niscemi ha risposto così ad un questionario rivolto agli alunni della scuola ed elaborato dai compagni di quattro classi coordinati dalla docente Roberta Pasin Di Pietro. Il 30 per cento degli alunni confessa che avrebbe paura se restasse nella cittadina. Anche le antenne che da 20 anni si ergono sulla cittadina nel Nisseno non sono ben viste dai giovani: per il 75 per cento degli intervistati dovrebbero essere smantellate. Lo studio, specificano i coordinatori, non ha valore scientifico, ma serve a capire meglio quale sia la percezione degli avvenimenti che in questi mesi hanno infiammato Niscemi da parte dei giovani cittadini.
Assieme alla questione relativa alla costruzione del Muos, è stata analizzata anche l’opinione che i ragazzi hanno di quanti si oppongono al sistema satellitare voluto dal governo degli Stati Uniti. Gli intervistati hanno partecipato alla manifestazione dello scorso marzo, con gli amici (il 35 per cento) e con la famiglia (14 per cento). Più della maggioranza, oltre il 52 per cento, condivide la scelta degli attivisti di presidiare l’ingresso della base per intercettare e bloccare materiali e operai e un numero alto di loro è stato almeno una volta nel campo di contrada Ulmo. A frenarli è spesso la lontananza dal paese e l’assenza di mezzi di trasporto. Solo 61 sui 589 studenti che hanno risposto alle domande ritiene il presidio inutile.
Interessante è anche l’indagine relativa all’incidenza di malattie potenzialmente legate – secondo alcuni esperti – all’elettromagnetismo. Su 3518 persone coinvolte – tra gli studenti e i loro stretti familiari – in età pediatrica, dalla nascita ai 14 anni, i ragazzi hanno segnalato nove casi di leucemia, undici di malattie respiratorie e altrettanti al sistema endocrino e nove malati di tumore di altro genere. I numeri si alzano nella fascia di età più adulta (15-50 anni): 102 persone colpite da malattie alla tiroide, 43 all’apparato digerente, 33 al seno, 38 casi di tumore, 32 segnalazioni di malattie respiratorie e altrettanti di disturbi nervosi e otto leucemici. Oltre i 50 anni i casi di leucemia contati raddoppiano, i malati di tumore sono 71, a soffrire di malattie del sistema endocrino sono in 39.
La parte finale del rapporto è decicata ai pensieri degli alunni. «Tutta Niscemi dovrebbe farsi sentire», «Noi non siamo in un deserto, c’è una popolazione! Forza No Muos», si legge tra i messaggi. Ma c’è anche chi non è d’accordo: «Fanno solo casino e disonorano la buona gente che c’è in paese», scrive un giovane studente. E non manca anche qualcuno già rassegnato: «E’ impossibile lottare per una cosa quasi completata», «Non vado al presidio non perché non sia interessata – afferma l’anonima alunna – ma perché gli sforzi fatti sono inutili e tutto questo porta a risse». La maggioranza, però, si rivolge alle autorità italiane e a quelle statunitensi: «Prima di arrivare a proteggerci dalle guerre, le antenne ci avranno sterminato per effetto delle radiazioni».