Paniettere, idraulico o muratore, in Piemonte non è mai rimasto senza lavoro. Tornato a Catania poco prima della pandemia, dopo un accordo di contratto svanito e un furto, è finito a vivere per strada. «È un'esperienza che mi servirà a capire qualcosa», dice lui
La storia di Salvatore: senza identità è diventato un clochard L’appello dei volontari: «Ha bisogno di una residenza virtuale»
«Nonostante tutto, è un’esperienza che mi servirà a capire qualcosa». Salvatore (nome di fantasia) ha 45 anni e da fine febbraio dorme per strada a Catania, accovacciato tra cartoni e coperte in corso Sicilia, vicino piazza Stesicoro. Sotto l’Elefante c’è nato ma la sua vita da adulto l’ha trascorsa in Piemonte, fino a poco prima della pandemia quando ha deciso di tornare nella sua terra perché, come dice lui, «è qui che voglio morire». Intanto, però, c’è da vivere. «La sua storia – racconta a MeridioNews Dario Gulisano, tra i promotori di Arbor, unione per gli invisibili e responsabile Politiche abitative della Cgil – ci ha particolarmente colpiti perché ci ha ricordato che tutti possiamo ritrovarci per strada da un giorno all’altro per una serie di spiacevoli imprevisti».
Panettiere, idraulico o muratore, in Piemonte Salvatore ha sempre lavorato. A cambiare la sua vita sono stati poi dei problemi familiari: «Quando si è separato dalla moglie, ha deciso di tornare in Sicilia forte di un accordo per un contratto con un panificio a Catania». A fare saltare i piani, però, ci ha pensato l’arrivo dell’emergenza sanitaria legata al nuovo coronavirus. Pur rimanendo senza lavoro, Salvatore ha affittato una casa con i soldi della disoccupazione. A trasformarlo in senzatetto è stato un furto che ha subito nella zona della stazione centrale. «Lo hanno derubato e gli hanno portato via tutto quello che aveva: carta di credito e documenti», spiega il volontario Ivan Scornavacche. Un episodio spiacevole che si è trasformato in un incubo che lo ha incastrato in un marasma burocratico paradossale. «Per rifare la carta di credito serve quella d’identità che, però, senza una residenza non si può rinnovare».
È per questo che i volontari di Arbor, dopo avere pensato a una possibile soluzione, hanno avviato un dialogo con l’amministrazione comunale per ragionare sui passaggi necessari a renderla concretamente attuabile. «Coadiuvato dalle associazioni, il Comune dovrebbe rilasciare per i senzatetto che lo richiedono una residenza virtuale all’agenzia sociale per la casa – suggeriscono i volontari – Da lì, si potrebbe poi cominciare a recuperare tutto il resto e Salvatore potrebbe riprendere in mano la sua vita». Al momento, le interlocuzioni con l’ente comunale sono aperte, intanto però tutto resta bloccato e Salvatore non può che rimanere per strada. «Nonostante tutto – sottolinea Scornavacche – ha una forza d’animo impressionante e trascinante. Non si abbatte ed è sempre educato e sorridente. Quello che ci ha spiazzati – conclude – è che ha anche una sorella che vive a Catania ma va da lei solo ogni tanto per una doccia o un pasto caldo perché, per pudore, non vuole disturbare troppo».