Da qualche settimana, il cantiere allo svincolo da cui si accede all'asse dei servizi e di lì in aeroporto è ripartito, dopo uno stallo durato oltre un anno. Sul futuro però ci sono ancora nubi. E la disputa tra stazione appaltante e impresa va avanti
Tangenziale, quando sarà pronta la rotatoria a Bicocca? Anas: «Entro primavera». Azienda: «Non è ancora certo»
«Riapriremo al traffico entro la primavera». La notizia è di quelle più attese: arriva da Anas e riguarda il cantiere dello svincolo Bicocca, sulla tangenziale in direzione Siracusa. Prima però di lasciarsi andare ai sospiri di sollievo – di più non si potrebbe, considerato lo stop di oltre un anno – bisogna chiarire da subito che ad annunciare un preciso termine ai lavori è soltanto la stazione appaltante. Molta più prudenza c’è nelle parole dell’azienda aggiudicatrice dei lavori, la Mit Costruttori di Adrano. «Al momento non possiamo dire quando le opere saranno completate. Con Anas non si è ancora ragionato su questo», chiosa a MeridioNews Nicola Caltabiano, che insieme al fratello Alfio dirige l’azienda.
Che quello tra Mit e Anas non fosse un rapporto idilliaco lo si era capito già lo scorso anno. La chiusura del cantiere, non giustificabile semplicemente dal Covid-19, ha causato più di una tensione. A chiedersi quanto bisogna attendere prima di poter imboccare la rotatoria, prevista dal progetto per collegare la tangenziale all’asse dei servizi, sono state giornalmente le migliaia di persone che viaggiano sulla fondamentale arteria. «Tutti i problemi sono iniziati con l’inchiesta Buche d’oro», spiega Caltabiano. Il riferimento va all’arresto di Giuseppe Romano e Antonino Urso, due delle persone coinvolte nello scandalo delle mazzette pagate dagli imprenditori nel centro direzionale etneo di Anas. Romano e Urso, nell’appalto aggiudicato da Mit, avevano il ruolo di responsabile unico del procedimento e direttore dei lavori. «Per mesi siamo rimasti senza interlocutori, era impossibile operare», assicura Caltabiano.
Al caos seguito allo tsunami giudiziario si sarebbero poi aggiunti una serie di problematiche riguardanti il mancato pagamento di spettanze all’impresa. «Alcuni milioni di euro per lavori diversi che l’azienda ha fatto per Anas e che hanno inevitabilmente causato l’interruzione delle opere», dice il dirigente di Mit. Va specificato che anche in questo caso si tratta della versione di una delle due parti. Contattata da MeridioNews, infatti, Anas ha fatto sapere di non avere «pendenze nei confronti di Mit Costruttori». A esprimersi sulla vicenda nei mesi scorsi era stato anche l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone, che, dopo avere ricordato che il lavoro si sarebbe dovuto completare in sei mesi, aveva sollecitato una risoluzione della controversia da parte di Anas, anche attraverso una rescissione del contratto con l’impresa. Parole a cui aveva fatto seguito una nota di Ance in cui si invitava l’esponente del governo Musumeci a rivolgere lo sguardo alle reali «cause dei ritardi».
In questa storia, l’unico punto fermo al momento sta nel fatto che da qualche settimana i lavori a Bicocca sono ripresi. Quanto dureranno, però, al momento non è chiaro. Intanto ad accompagnare le attività dell’impresa da qualche tempo è anche Anna Rita Lo Giudice, la commissaria giudiziale nominata per dare corso alla richiesta di accesso al concordato preventivo in continuità presentato da Mit al tribunale. A pesare, infatti, è anche la crisi finanziaria in cui versa Mit e la difficoltà di fronteggiare le richieste dei propri creditori. «Ma questa fase di ristrutturazione non è all’origine della lentezza del cantiere. Non sempre le responsabilità di ciò che non va è delle imprese», chiosa Caltabiano. Per il resto non rimane che attendere e tenere a portata di mano Google Maps.