Il caso della commissione per le autorizzazioni ambientali Da unica a frammentata: più celerità o minore controllo?

«Ma non se la ricorda la storia della calendula?» Per capire che sta accadendo ultimamente tra palazzo d’Orleans e palazzo dei Normanni, c’è chi suggerisce, lontano dai microfoni, di pensare ai fiori. Saranno i primi abbozzi di primavera, il calo dei contagi di Covid, ma sia all’Ars che dalle parti della giunta Musumeci l’aria è strana. Di attesa, ma non di inerzia. Archiviato l’avvicendamento tra Alberto Pierobon e Daniela Baglieri, la giornata di ieri è stata segnata da un post che ha accumulato una decina di condivisioni, pochi più like e neanche un commento, ma che a più di qualcuno è parso l’annuncio di un assalto alla baionetta. 

Sulla pagina Facebook di Diventerà Bellissima – il movimento, è bene ricordarlo, di Nello Musumeci – è stato pubblicato il testo di un emendamento alla Finanziaria regionale presentato per riorganizzare la commissione tecnico-specialistica, quella che si occupa delle autorizzazioni ambientali. A sottoscriverlo sono stati i deputati Giusy Savarino, Giorgio Assenza, Alessandro Aricò, Pino Galluzzo e Giuseppe Zitelli. Una paginetta con cui di fatto si propone di rovesciare come un calzino l’attuale struttura della Cts. «La nostra volontà è quella di potenziarla, triplicando il numero di membri, e risolvere così l’imbuto che da tempo determina lungaggini burocratiche», dichiara Savarino a MeridioNews. La deputata, che è anche presidente della commissione Territorio, fa poi riferimento alla necessità di dividere le competenze all’interno dell’organismo che dall’estate del 2019 è guidato da Aurelio Angelini. «Non vogliamo sconfessare l’operato di nessuno, ma non è possibile che lo stesso gruppo di lavoro possa occuparsi di materie tanto diverse, come l’urbanistica o l’energia». Per questo Diventerà Bellissima chiede di istituire tre sotto-commissioni e di porle alle dipendenze del dirigente generale al Territorio. Un passaggio, quest’ultimo, che stravolgerebbe la natura della commissione, a oggi autonoma dall’apparato burocratico della Regione

«Non ha idea di quante lamentele ci arrivino, sia da soggetti pubblici che privati», rilancia Savarino. La deputata agrigentina ribadisce che l’intento sia esclusivamente quello di «snellire il carico di lavoro degli attuali componenti» e che una riorganizzazione non inficierebbe in alcun modo la linea del rigore fin qui espressamente chiesta dal governo Musumeci. «La maglia dei controlli non si allargherebbe, semplicemente si velocizzerebbero le istruttorie», chiosa Savarino. 

Dalle parti della Cts, sul cui tavolo nell’ultimo anno sono passate anche diversi progetti presentati da colossi imprenditoriali, la volontà è quella di non replicare. Così non resta che guardare ai numeri: le procedure esitate dall’attuale commissione, nominata nel pieno dell’inchiesta su Vito Nicastri e Paolo Arata, che coinvolse alcuni dei componenti del precedente gruppo di lavoro, sono circa seicento in un anno e mezzo. Circa la metà di quelle che la Regione ha esaminato nei cinque anni precedenti. Cifre che sembrebbero smentire la tesi della lentezza. 

A furia di scorrere a ritroso le attività social della deputata agrigentina, si arriva allo scorso autunno, quando Savarino, parlando delle lamentele provenienti dai gestori delle cave, assicurò il massimo impegno per contrastare le lungaggini burocratiche. «Ma appare difficile immaginare che sia sufficiente se poi la calendula blocca insediamenti o se pure per semplici ampliamenti di realtà già esistenti e in regola con tutto, si ricomincia da zero, e spuntano problematiche mia sorte prima», si legge in un post rintracciabile sul suo profilo Facebook, in cui si faceva riferimento a un pronunciamento della commissione tecnico-specialistica che aveva tirato in ballo la calendula maritima, pianta endemica della Sicilia a rischio estinzione. Il parere contestato però poggiava le basi su un decreto presidenziale emanato l’anno prima dallo stesso Nello Musumeci.

Inquadrato nel momento attuale, l’aneddoto suggerisce una domanda: cosa ne pensa il governatore dell’emendamento presentato dal proprio partito? A primo acchito bisognerebbe darne per scontata la condivisione, ma è anche vero che a volere Angelini alla guida della Cts è stato proprio Musumeci. Che, appena qualche settimana fa, gli ha rinnovato la fiducia assegnandogli il ruolo di coordinatore del gruppo di lavoro chiamato a spiegare al governo nazionale perché il deposito delle scorie nucleari non va realizzato  in Sicilia. «Un emendamento è un atto parlamentare. Ogni deputato ha una sua autonomia, indipendentemente dall’appartenenza politica», sono le parole con cui Savarino si smarca dalla domanda sul coinvolgimento del presidente nell’iniziativa. 

In attesa di segnali da palazzo d’Orleans – qualcuno sostiene che un messaggio sia partito già ieri – resta da capire quali saranno le reazioni dell’Ars davanti all’emendamento e, di conseguenza, l’esito di un eventuale voto. La legge di stabilità, stando ai programmi del governo, dovrebbe andare in porto nei prossimi giorni anche se difficilmente entro fine mese, come in un primo tempo assicurato. Dopodiché si potrà iniziare ad avere un’idea della prossima storia da raccontare. Anche se c’è già chi scommette che potrebbe iniziare così: «Ti ricordi la trepidazione che c’era prima che arrivassero i soldi del recovery fund?»


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