Al Barbera la compagine di Boscaglia supera in rimonta i pugliesi per 3-1 e interrompe un digiuno che in generale durava da cinque partite. I gol dei padroni di casa portano la firma del 'solito' Lucca, autore di una doppietta, e Luperini
La sigla Lu-Lu la chiave vincente del Palermo I rosa battono il Bisceglie e tornano a respirare
Per una squadra malata, si sa, la migliore medicina è la vittoria. E battendo il Bisceglie al Barbera per 3-1 il Palermo ha dimostrato, almeno da questo punto di vista, di essere in via di guarigione. Bisognava ‘riprendersi’ da un digiuno di successi che durava da cinque partite in generale e quattro gare a proposito degli appuntamenti tra le mura amiche e il match casalingo contro i pugliesi ha detto che una cura ricostituente ha fatto effetto. E’ quella a base di Lu-Lu. Come nell’Inter (con le dovute proporzioni ovviamente) fa spesso la differenza la sigla Lu-La coniata per esaltare l’incisività del tandem Lukaku-Lautaro, nel Palermo che ha battuto la formazione guidata da Papagni e che prima di raggiungere lo stadio nel pre-gara è stato incitato all’esterno dell’albergo che ospita il raduno da un gruppo di tifosi è stato determinante il binomio Lucca-Luperini. L’X factor di giornata dei rosanero, trascinati dalle reti dell’attaccante classe 2000, autore di una doppietta, e del centrocampista ex Trapani (a segno anche all’andata) dopo il momentaneo vantaggio degli ospiti firmato Rocco abile, anche se partito probabilmente da una posizione di fuorigioco, a superare Pelagotti dopo sette minuti sfruttando su un lancio in profondità di Bassano una sbavatura di Palazzi.
Vittoria doveva essere, in ogni caso, e vittoria è stata grazie agli acuti di Luperini, con un colpo di testa al 37’ su un cross del trentanovenne Santana all’esordio da titolare in questo campionato, e alle due reti di Lucca che accompagnato da numeri altisonanti (seconda doppietta stagionale, otto gol nelle ultime sette partite al Barbera e la sua firma in cinque delle ultime otto marcature della squadra) sta dimostrando di essere, perlomeno in casa, un valore aggiunto per la compagine di Boscaglia. Con un tap-in di sinistro a porta vuota (al 14’) in seguito ad una carambola propiziata da un colpo di testa di Giron e un potente tiro di destro sotto la traversa (all’84’) dopo un rimpallo in area sugli sviluppi di un corner battuto da Martin subentrato nella ripresa al posto di Luperini, l’ex centravanti della Primavera del Torino ha lasciato il segno su un match con delle potenziali insidie (e lo dimostra il fatto che i nerazzurri, minacciosi in particolare con la velocità degli attaccanti, sono passati in vantaggio) ma che i padroni di casa, complice la non eccelsa qualità complessiva di un Bisceglie fanalino di coda in relazione ai punti fatti in trasferta e con dei limiti oggettivi a partire in questo caso dall’inaffidabilità del portiere Spurio preferito a Russo, hanno saputo incanalare verso i propri binari in virtù di una prestazione positiva soprattutto per ordine e applicazione.
Non è stato un Palermo impeccabile e alcune imperfezioni ne sono la conferma (letture ‘rivedibili’ di certe situazioni, solita mancanza di killer-instinct in zona gol nonostante le tre marcature, meccanismi da registrare meglio in fase di non possesso) ma una vittoria scacciacrisi, utile specialmente per il morale e l’autostima del gruppo, permette di lavorare sugli errori con maggiore serenità. E con i tre punti in tasca, inoltre, risaltano di più anche i pregi e le note liete. Una di queste è l’intercambiabilità di molti rosanero: giocatori come Rauti (schierato come esterno di destra nel tridente nel 4-3-3 ma impiegabile anche come trequartista o prima punta), come il capitano Santana inquadrato ancora come mezzala sinistra e in evidenza con un bagaglio tecnico superiore alla media in questa categoria, Palazzi con il doppio profilo di difensore e centrocampista o lo stesso Martin che può agire sia come play che come mezzala rappresentano utili risorse per Boscaglia. Che, nell’ambito del suo percorso finalizzato alla ricerca di un equilibrio e di una identità da dare alla squadra, sa di potere fare leva sulla duttilità di diversi interpreti.