Covid e Carceri, firmato protocollo tra Regione e Dap Prevede screening ma pure rispetto di norme basilari

Protocollo d’intesa tra Regione Siciliana e Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria sulla gestione delle carceri in tempi di Covid. La firma è avvenuta a Palazzo d’Orleans e prevede l’adozione di misure di contenimento della diffusione del virus nei 23 istituti di pena presenti nell’isola. L’allarme contagi e i timori connessi a un’epidemia nelle carceri, la scorsa primavera, portarono a una serie di proteste, alcune anche violente, a cui seguì la polemica sulle richieste di differimento pena presentate da parecchi legali. Erano i tempi del clamore creatosi attorno alla nota del Dap sulle condizioni di salute dei detenuti, una comunicazione che alcuni lessero come viatico per scarcerazioni di massa.

«È un passo significativo – dichiara Musumeci – nel processo di collaborazione tra istituzioni, perché la Regione Siciliana non può restare inerme di fronte a tutto quello che avviene all’interno delle mura carcerarie, sia per quanto riguarda il personale in divisa che la popolazione detenuta. È chiaro che i problemi si esasperano nella stagione del Covid, ma cogliamo questa opportunità per migliorare la vivibilità e la sicurezza dell’ambiente carcerario».

Il protocollo – stando alla nota inviata alle redazioni – prevede l’assegnazione di personale sanitario per l’adozione delle misure si contenimento del virus e la possibilità per le Asp di istitutire presidi sanitari all’interno delle carceri. Previsti screening sia dei detenuti che del personale, non solo della polizia penitenziaria, che opera all’interno. Il protocollo riprende anche tutta una serie di misure che di fatto sono quelle basiliari stabilite dall’inizio della pandemia: obbligo di indossare le mascherine, pulizia degli automezzi, uso di prodotti igienizzanti, ricambio dell’aria, fruizione alternata degli spazi.


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La firma è avvenuta all'interno del palazzo d'Orleans. Sono 23 gli istituti di pena presenti in Sicilia. Il tema della diffusione del virus all'interno dei penitenziari ha fatto tanto discutere la scorsa primavera, quando si registrarono anche proteste molto violente

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