Il geometra passato dalle mazzette al traffico dei rifiuti «I frigoriferi sono pericolosi, ma risultano ingombranti»

Dalla richiesta della mazzetta ai frigoriferi triturati in barba ai rischi connessi alla presenza dei clorofluorocarburi. Sei anni dopo, Basilio Gugliotta torna sulle pagine dei giornali per il coinvolgimento nell’inchiesta sull’associazione a delinquere che avrebbe retto un traffico di rifiuti con la complicità di due funzionari della ex Provincia. Nato 65 anni fa a Bernal, città argentina che sorge sulla sponda del Rio de la Palta, anche Gugliotta ha un passato da funzionario pubblico: fino al 2014, infatti, è stato geometra dell’ufficio Lavori pubblici del Comune di Giardini Naxos. Un’esperienza bruscamente interrotta nell’estate di sei anni fa, quando Gugliotta venne arrestato dalla guardia di finanza all’ingresso del casello autostradale. Pochi istanti prima, aveva intascato tremila euro in contanti dalle mani di un imprenditore

Quel passaggio di denaro era stato concordato con le forze dell’ordine per immortalare ciò che l’uomo aveva denunciato nei giorni precedenti. Gugliotta, infatti, aveva individuato nella tangente la condizione per evitare che gli intoppi burocratici, che da tempo bloccavano i pagamenti all’impresa, si potessero protrarre. La richiesta era stata fatta di ritorno da un viaggio a Palermo, dove il geometra – nelle vesti di responsabile unico del procedimento – si era fatto accompagnare per parlare con i funzionari dell’assessorato così da risolvere ciò che non andava. Il tentativo si era rivelato vano e, quindi, toccava pagare. «Una vicenda surreale», raccontò l’imprenditore ai finanzieri. 

L’arresto mise fine alla carriera di Gugliotta all’interno della pubblica amministrazione. Nonostante ancora oggi sia rintracciabile un profilo Linkedin dove si presenta come istruttore direttivo del Comune, il geometra negli ultimi anni aveva trovato un impiego nella Eco Beach di Nerino Savio, il 73enne finito in carcere con l’accusa di essere uno dei promotori dell’associazione a delinquere. Nelle carte delle indagini condotte dal Noe dei carabinieri di Catania, guidato dal colonnello Michele Cannizzaro, ci sono anche intercettazioni in cui a parlare è Gugliotta. Il geometra, rivolgendosi a Simone Savio (anche lui indagato), chiariva come la scelta di trattare i frigoriferi come rifiuti ingombranti fosse una forzatura. «Sono pericolosi», dice il 65enne facendo riferimento alla categoria di appartenenza dei rifiuti. «Noi non abbiamo Raee con Giardini Naxos. Ha solo ingombranti, li porta ma escono come ingombranti», commentano i due.

Stando alla tesi degli inquirenti, Eco Beach per anni avrebbe lavorato in un contesto generalizzato di illegalità. Tra autorizzazioni viziate e una localizzazione dell’impianto – a pochissimi metri dall’alveo del torrente San Giovanni e in piena zona agricola – che avrebbe dovuto mettere in discussione la possibilità di raccogliere rifiuti. Così invece non sarebbe accaduto, e questo anche grazie alla connivenza remunerata di Concetta Sarlo ed Eugenio Faraone, quest’ultimo finito in carcere. I due avrebbero commesso forzature nelle valutazioni che hanno portato al rilascio dell’autorizzazione semplificata grazie a cui la Eco Beach avrebbe operato per diverso tempo, per poi accostarvi anche un’autorizzazione ordinaria tramite la Regione. Anche in questo caso, però, l’iter sarebbe stato inevitabilmente viziato da omissioni. 

Gli inquirenti, tuttavia, sono convinti che la serie di opportunità di cui i Savio avrebbero usufruito è ben più lunga: dalle convenzioni dell’Ato Messina per ricevere i rifiuti organici con l’obbligo per l’ente di portarli nel sito di Eco Beach, prima di destinarli all’impianto di compostaggio, all’ordinanza con cui l’allora sindaco Nello Lo Turco, finito indagato, diede incarico ai Savio di gestire i rifiuti a Giardini Naxos. Nonostante, sottolineano i magistrati, non c’erano le condizioni per un provvedimento emergenziale. L’impresa si sarebbe poi contraddistinta anche per una serie di comportamenti che non avrebbero avuto nulla a che vedere con la corretta gestione dei rifiuti. A fare la propria parte sarebbe stato anche Basilio Gugliotta. «Un po’ di frigoriferi li schiaccia e glieli porta. Altrimenti non li togliamo mai», gli dice Nerino Savio. Il geometra, insieme ad altri dipendenti, avrebbe partecipato alla «triturazione dei rifiuti, allo sversamento del percolato, alla miscelazione prima del conferimento».


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