I fondi serviranno a mettere in sicurezza definitivamente monte Calvario, il punto da cui ha avuto inizio l'incubo per i residenti. Il primo cittadino Antonio Bonanno ricorda però che il pericolo sta anche nell'edilizia privata
Biancavilla, gara d’appalto per la minaccia fluoroedenite Sindaco: «Dopo la cava, servono 100 milioni per le case»
«La gara è già in corso, speriamo che il cantiere possano essere aperto entro la fine dell’anno». L’auspicio è del sindaco di Biancavilla Antonio Bonanno e riguarda l’appalto da circa 17 milioni – provenienti dal ministero e dalla Regione – per la messa in sicurezza definitiva di monte Calvario, il luogo da cui, oltre vent’anni fa, è iniziato l’incubo per gli abitanti. Erano gli anni Novanta, quando il centro alle pendici dell’Etna finì al centro delle cronache per un tasso sospetto di mortalità legato a malattie dell’apparato respiratorio. Troppi i casi di mesotelioma pleurico. E infatti dagli studi dei campioni di aria, acqua e sul terreno si è scoperto che la causa stava nelle fibre di fluoroedenite, minerale di origine vulcanica usato in edilizia.
«Ci è stata costruita una città con il materiale tratto dalla cava di monte Calvario», dice Bonanno, ricordando una verità che da decenni preoccupa la popolazione. Ogni lavoro di ristrutturazione, anche privato, diventa una minaccia con cui convivere per anni. «Possono passare anche decenni prima che la malattia compaia – continua il primo cittadino – quindi non è semplice stare al sicuro». In seguito a quella scoperta il ministero dell’Ambiente – era il 2001 – decretò Biancavilla sito di interesse nazionale; passaggio a cui seguì il piano di messa in sicurezza. «È un percorso a tappe che va avanti da anni – prosegue il sindaco -. Si è iniziato con il rifacimento delle strade e la messa in sicurezza degli immobili comunali, per poi intervenire direttamente su monte Calvario con una messa in sicurezza provvisoria a cui adesso seguirà quella permanente». L’obiettivo a lungo termine è quello di trasformare l’area in un parco. «Per il momento bisogna fare sì che non rappresenti più un pericolo, poi penseremo a renderlo anche fruibile», sottolinea Bonanno.
In questi giorni all’Urega è ripartita la gara d’appalto. Lunedì la commissione giudicatrice si è riunita in seduta riservata per iniziare l’esame dell’offerta tecnica. Sono nove le imprese, larga parte delle quali provenienti da fuori Sicilia, ad avere fatto una proposta di messa in sicurezza. Tre di esse sono state escluse per mancanza di sufficienti requisiti; decisione a cui sono seguiti una serie di ricorsi alla giustizia amministrativa rigettati dal Tar. Stando a quanto risulta a MeridioNews, una delle ditte escluse starebbe valutando l’appello al Cga. Ciò, tuttavia, non dovrebbe pregiudicare il prosieguo di una gara che dall’11 giugno, giorno in cui si sono chiusi i termini per partecipare, ha registrato una lunga serie di rinvii per l’apertura delle buste.
A fine ottobre, a menzionare lo stanziamento di fondi per Biancavilla, era stato il ministro dell’Ambiente. «Sembra un atto come un altro, ma è il via libera a una bonifica che i cittadini aspettano da più di vent’anni – ha scritto in un post Facebook Sergio Costa – Adesso tocca a Regione e Comune lavorare insieme con il ministero affinché la progettazione e l’esecuzione degli interventi avvengano nel più breve tempo possibile. Noi saremo sempre al loro fianco, nell’interesse esclusivo della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini». Dal canto suo il sindaco di Biancavilla ricorda come i lavori su monte Calvario non rappresenterà il traguardo finale. «Senz’altro è una tappa fondamentale, ma poi bisognerà passare dalla messa in sicurezza dell’edilizia privata. Abbiamo presentato il progetto e ottenuto i primi pareri favorevoli – annuncia Bonanno – poi toccherà trovare i fondi. Quanti? Almeno cento milioni. Confidiamo nel fatto che il governo e il ministro Costa sapranno trovare le risorse».