Il primo cittadino dimissionario si prende la sua piccola rivincita grazie alla relazione del prefetto che ha poi portato il Consiglio a decadere per le forti infiltrazioni che ci sarebbero state proprio mentre De Luca denunciava di essere stato lasciato solo
Partinico, dopo lo scioglimento parla l’ex sindaco De Luca «Ora ci sono le possibilità per un rinascimento della città»
«Non si può delegare la salvezza a un uomo solo». Questo diceva Maurizio De Luca all’indomani delle sue dimissioni da sindaco di Partinico. Una scelta sofferta, per certi versi inaspettata, arrivata al termine di una lotta per rimettere in sesto le sorti del Comune a partire dalle finanze, talmente in rosso che presto arrivò il dissesto. «Ho fatto il mio lavoro con grande determinazione e ne esco più forte sotto ogni punto di vista – aveva detto a MeridioNews nella stessa occasione – Ho resistito a continue pressioni per quasi un anno, senza cedere di un passo». Adesso a distanza di un anno, c’è una relazione che dice che Maurizio De Luca aveva ragione, che davvero è stato lasciato solo a cercare di tenere dritto il timone mentre c’era chi, sulla stessa barca, remava contro.
La relazione in questione è quella stilata dal prefetto grazie anche all’attività degli ispettori del ministero dell’Interno, giunti a Partinico poco dopo le dimissioni di De Luca. Motivazioni riassunte nella richiesta stilata dal sottosegretario Fraccaro, per conto del ministro, di nominare dei commissari in grado di traghettare il Comune appena sciolto per mafia almeno per i prossimi 18 mesi. «In tale contesto – si legge nel documento . il prefetto pone in rilievo le anomale vicende che hanno caratterizzato la vita politica dell’amministrazione eletta nel 2018, con un sindaco non sostenuto dalla sua stessa maggioranza consiliare in relazione all’adozione di provvedimenti essenziali per il ripristino della legalità e per il risanamento finanziario del Comune. Il primo cittadino ha dapprima proceduto, a gennaio 2019, alla designazione di nuovi assessori in sostituzione di quelli precedentemente nominati e, il successivo 3 maggio, ha rassegnato le dimissioni dalla carica elettiva».
Adesso, con le presunte connessioni emerse tra membri del consiglio comunale ed esponenti del mandamento mafioso locale Maurizio De Luca si prende una sua piccola rivincita morale. «Sicuramente non è stato facile andare avanti durante quel periodo – racconta – ma sarebbe potuto diventare facilissimo se io avessi fatto il contrario di quello che avevo promesso durante le elezioni. Invece ho mantenuto il mio impegno. Ho fatto il mio lavoro come dovere. Ringrazio il ministro, perché avendo guardato con attenzione Partinico penso che abbia permesso da ora in poi la possibilità e la speranza di un risorgimento di questa città».
Per l’ex sindaco, infatti, non c’è dubbio che l’arrivo dei tre commissari, con il relativo rinvio della data in cui la cittadina è chiamata al voto, previsto per ottobre, sia una scelta da cui trarre ottimismo. «Non è una cosa da sottovalutare – continua l’architetto – ma un punto della storia di questo territorio di una straordinaria importanza. Il momento più importante per la crescita dei più giovani e per il risorgimento del Comune. Per quanto possa valere il mio pensiero condivido la scelta. Per me il nome del paese si è ripulito da quando il ministero ha aperto gli occhi su questa cittadina». De Luca racconta di avere avuto anche un pizzico di fortuna, quella di trovare sul suo cammino «degli operatori dello Stato intenzionati a fare bene il laoro per cui sono stati chiamati. Non sarà mai un piccolo numero di mascalzoni a rovinare le sorti di un paese, è chiaro che la comunità deve fare la sua parte e quindi ora il mio paese dovrà darsi da fare, ma sa come fare».