Il progetto del 31enne Domenico Famà debutterà domani a Modica con lo Stabat Mater di Pergolesi. Si tratterà di un debutto in forma ridotta - solo archi - ma l'obiettivo è quello di riuscire ad allargarsi fino a cinquanta elementi. «Possiamo riuscire a coinvolgere anche i giovani»
Riuscire a rimanere in Sicilia con la musica classica «Un’orchestra da camera che attiri anche i ragazzi»
Anche la musica classica torna a farsi sentire dopo il lockdown. E lo fa in grande stile, con un concerto dedicato alla musica barocca organizzato dall’associazione Mozart Italia di Modica, in programma il 3 agosto al Chiostro Palazzo San Domenico di Modica. L’evento siciliano, che si inserisce all’interno della rassegna Vespero Musicale, inaugurerà la stagione estiva dell’associazione musicale con sede a Salisburgo e con l’unica sede siciliana proprio a Modica. A dirigere lo Stabat Mater di Pergolesi, celebre opera per orchestra d’archi, soprano e contralto, sarà il 31enne catanese Domenico Famà, che per l’occasione ha fondato una nuova orchestra da camera, la Orchestra da Camera Orfeo, in cui ha coinvolto musicisti siciliani di nuova generazione.
«Il progetto è nato in primavera», racconta Famà, che si è formato in Italia ma non ha mai dimenticato Catania, dove ha diretto l’orchestra del teatro Massimo Bellini, insegna chitarra agli studenti del Turrisi Colonna e ha fondato, nel 2012, l’associazione culturale Prometheus. «L’idea – continua – era quella di fare lo Stabat in prossimità di Pasqua, perché solitamente si fa in quel periodo. Però, ovviamente, considerato tutto quello che è successo abbiamo dovuto rimandarlo».
Impossibile, però, rinunciare del tutto a un’iniziativa che aveva già conquistato la presidente dell’associazione Mozart Italia, la pianista Anna Spoto, e che avrebbe coinvolto tanti giovani musicisti siciliani. «La mia intenzione è di fondare un’orchestra da camera stabile qui da noi, in modo da lavorare sul suono e far lavorare giovani musicisti – e quando dico giovani intendo dai 25 anni in su e quindi professionisti in tutti i sensi – che purtroppo in Sicilia non hanno gradi sbocchi occupazionali e sarebbero costretti a insegnare a scuola oppure a spostarsi e a vivere sempre fuori». Ecco perché Famà vuole offrire loro un’opportunità. Quella di restare nella propria terra. «L’idea è proprio quella di raccogliere tutti questi musicisti, colleghi che si sono distinti sempre e con cui ho lavorato tante volte, per metterli insieme in modo stabile». Da qui nasce il progetto portato avanti insieme ad Anna Spoto. Un progetto impegnativo dal punto di vista economico, soprattutto in un momento in cui le associazioni non hanno lavorato e gli enti non hanno avuto rientri economici.
«Non credevo che potesse incominciare così presto, invece Anna è riuscita a trovare il sistema per realizzarlo già a Modica e di conseguenza apriremo la stagione con un concerto impegnativo, un’opera di cinquanta minuti che coinvolge un’orchestra d’archi e due solisti, soprano e contralto, che cantano per tutta la durata della composizione». In scena ci saranno i dieci elementi che formano la giovane orchestra da camera. Solo archi per il momento, anche perché così richiede l’opera che andrà in scena. Ma l’intenzione è quella di crescere e di creare una vera e propria orchestra da camera di stampo beethoveniano. «In quel caso si passa a una cinquantina di elementi e quindi avremo bisogno di qualche ente più forte che ci possa aiutare».
Sarà una sorta di battesimo quello del 3 agosto, ma la nuova orchestra è già pronta a conquistare il vasto pubblico dei teatri. «Abbiamo preso tanti contatti in Sicilia, con l’idea di organizzare eventi di questa tipologia, che puntino sulla qualità e sulla differenza del tipo di musica che proponiamo e come la facciamo. Lavoreremo molto sul suono e sui dettagli che spesso per motivi di tempo, economici o di altra natura non vengono presi in considerazione».
Tra gli obiettivi c’è anche quello di fornire ai giovani gli strumenti per comprendere e appassionarsi alla musica classica, svecchiando il concetto di musica classica senza scendere a compromessi e trovando un contatto con le nuovissime generazioni. Tramite la scuola in primis e tramite un nuovo modo di comunicare, anche attraverso i social. «Aiutano tanto e sono forse l’unico modo per rintracciarli oggi. Convincere un ragazzo di sedici anni a non usare il cellulare per un’ora per ascoltare musica classica è un’impresa, ma non impossibile, perché la sensibilità c’è. Bisogna semplicemente trovare i veicoli per arrivare alle persone».