Trentacinque minuti in cui è raccolta la storia della scena ciclistica catanese, dal movimento Critical mass alle ciclofficine nate dai centri sociali. E' il documentario prodotto da un laboratorio di ripresa e montaggio organizzato dall'associazione Uber e coordinato da Alessandro Aiello di Canecapovolto, in programma stasera al cinema di via De Curtis. Che racconta le gioie, i problemi, i pericoli e le dinamiche sociali del ciclismo all'ombra del vulcano. Con un occhio alle morti in strada, al traffico selvaggio e al rapporto conflittuale con gli automobilisti
Be-Cycle, dieci anni di cicloattivismo etneo Al King un docu-film su Catania a due ruote
La bicicletta come «simbolo di critica sociale al rumore, allinquinamento, allegoismo, alla solitudine ed a molte disarmonie che la città stessa produce normalmente ed incessantemente». E’ la realtà fotografata da Be-Cycle, un documentario che racconta dieci anni di cicloattivismo catanese e le sue espressioni più importanti, attraverso le testimonianze dei protagonisti che hanno dato vita al movimento Critical mass in città, alla Ciclofficina Etnea e all’associazione ZeroNove. E che stasera sarà proiettato al Cinema King di via De Curtis, in un appuntamento in seconda serata – ore 22.45 – con biglietto d’ingresso al prezzo simbolico di un euro.
A realizzarlo un gruppo di sette persone alle prime armi – tutte tra i 21 e i 65 anni – all’interno di un laboratorio di ripresa e montaggio, Rec & Cut, organizzato dall’associazione Uber. Una squadra coordinata da un professionista d’eccezione: Alessandro Aiello di Canecapovolto, esperto di cinema e prodotti audio e video. A lui, all’inizio del percorso, è venuta in mente l’idea di «unire le finalità del lavoro didattico ad alcune tematiche legate a mobilità e vivibilità in città», racconta a CTzen. Per farlo, ha scelto di dare voce «al movimento Critical mass, presente a livello globale, ma anche alla situazione cittadina delle ciclofficine, che nacquero dentro i centri sociali e adesso, come l’associazione ZeroNove, offrono servizi ai soci, riparando le biciclette», spiega. Il tutto, anche grazie alla vicinanza di Aiello alle diverse realtà del cicloattivismo catanese, raccogliendo le testimonianze dirette di chi vi lavora da più di dieci anni.
Così, «in poco più di trenta ore – continua il coordinatore – i ragazzi hanno imparato come girare e montare un audiovisivo, riuscendo anche a creare un documentario in cui vengono approfondite le tematiche che riguardano l’essere cicilisti a Catania». Dalla «gioia dello spostamento alle morti su strada, dalle regole della strada alla politica, dalle relazioni sociali ad un modello di mobilità sostenibile». Compresi i problemi di una città in cui andare in bici significa sfidare «una massa di macchine che monopolizza il traffico», sottolinea il coordinatore. Con un occhi particolare alle regole da rispettare e ai pericoli quotidiani. Ma soprattutto al rapporto tra cicilisti ed automobilisti. «Chi va in auto odia chi sceglie le due ruote, perché crede che lo facciano perché non hanno niente di meglio da fare e che siano di intralcio per gli autoveicoli», afferma Aiello. Spazio anche ad alcuni temi più profondi e poetici, che sono emersi nel corso del work in progress, come il «senso di fratellanza che unisce i ciclisti, che tra di loro sono quasi sempre tutti amici o tendono e fare amicizia più facilmente», spiega Aiello. A differenza degli automobilisti che, invece, «si guardano in cagnesco da un finestrino all’altro e, per colpa di traffico e stress, si comportano come se fossero tutti nemici».
Un lavoro «semplice», lo definisce Aiello, ma che in 30 ore di laboratorio, concentrate in 35 minuti di proiezione, centra in pieno l’obiettivo che si è posto il coordinatore: raccontare la Catania a due ruote. «Con i ragazzi siamo riusciti a fare quasi un piccolo miracolo – spiega orgoglioso – entrando nelle discussioni più importanti e scoprendo, nel frattempo, anche altre cose. E’ questo il bello del documentario». In cui il ruolo più importante è giocato dalle interviste ai protagonisti. «Anche se si tratta di un’organizzazione non gerarchica, abbiamo intervistato quelli che in un certo senso sono i “capi” di Critical mass in città, coloro che si occupano di portare avanti e organizzare le iniziative. E poi, abbiamo parlato anche con chi lavora dentro Officina ZeroNove».
L’appuntamento di stasera non è solo una semplice proiezione, ma fa da apripista ad un evento importante nel mondo del cicloattivismo siciliano: l’inaugurazione, prevista in tempi brevi, della prima ciclofficina palermitana. «Un modo per unire ancora di più il movimento Critical mass siciliano. A Catania, infatti, non hanno una sede, mentre a Palermo, che di sedi ne hanno due, non esistevano ciclofficine», racconta Aiello. L’inaugurazione, per cui ancora non è stata fissata una data precisa, «coinciderà proprio con una proiezione di Be-Cycle, che si terrà nella sede di Ask 191», anticipa il coordinatore.
E non finisce qui. Ad aprire la serata del King, sarà Yiriba Kono, un cortometraggio di 19 minuti che racconta le attività dell’omonima compagnia di danzatori con sede a Catania, realizzato durante il laboratorio Rec & Cut di Uber dell’anno scorso, coordinato sempre da Alessandro Aiello. Insomma, una serata da non perdere, per tutti gli amanti delle bici e non solo.
[Foto di Nikki__B]