Il Comune di Palermo ha diffuso un'ordinanza sindacale in cui intima al Consorzio di Bellolampo di «disporre le verifiche del caso» dopo i controlli del mese scorso che hanno appurato la presenza di microrganismi vitali sopra la media
A Bellolampo vietato l’uso di acqua potabile C’è troppo cloro secondo i controlli dell’Asp
«Presenza di indici microbiologici di inquinamento»: con questa motivazione il Comune di Palermo ha inibito l’uso dell’acqua pubblica a Bellolampo, inoltrando l’ordinanza sindacale °277 all’omonimo Consorzio che gestisce la gestione idrica nelle zone attorno alla nota discarica palermitana. Il 26 novembre l’Asp di Palermo aveva effettuato un’analisi batteriologica su alcuni campioni della rete idropotabile. Nell’acqua prelevata presso il pozzo Lorenzini, il serbatoio del consorzio Bellolampo e il contatore di via Scala di Carini è stata appurata la presenza di microrganismi vitali e di enterococchi intestinali sopra la media.
Per questo motivo l’Asp, «al fine di salvaguardare la salute pubblica», ha sollecitato con una nota l’intervento del Comune. Che, oltre a vietare l’utilizzo dell’acqua pubblica, ha chiesto all’amministratore del Consorzio Bellolampo (la professoressa Lucrezia Lorenzini) di «attenzionare maggiormente la corretta clorazione delle acque prima della distribuzione» e di «disporre immediatamente le verifiche del caso estendendo i controlli anche ad altri punti della distribuzione». Infine si rinvia, una volta che verrà comunicata «l’avvenuta eliminazione della problematica», a un nuovo «controllo di verifica finalizzato alla ripresa della normale erogazione idrica».