Nuovo sciopero del Libersind Confsal ieri sera al Teatro Massimo di Palemo, in occasione del concerto di Péter Eötvös, in programma alle 20.30. Trentasei i lavoratori che hanno aderito, tra musicisti dell’orchestra – di cui molte prime parti – e artisti del coro, che si sono astenuti dal lavoro dalle ore 20.30 alle 21, facendo […]
Teatro Massimo, nuovo sciopero dei lavoratori «Manca un piano di stabilizzazione dei precari»
Nuovo sciopero del Libersind Confsal ieri sera al Teatro Massimo di Palemo, in occasione del concerto di Péter Eötvös, in programma alle 20.30. Trentasei i lavoratori che hanno aderito, tra musicisti dell’orchestra – di cui molte prime parti – e artisti del coro, che si sono astenuti dal lavoro dalle ore 20.30 alle 21, facendo così slittare l’inizio del concerto di mezz’ora. Prosegue quindi la protesta del sindacato autonomo, che già il 29 ottobre e il 5 novembre scorsi, aveva causato il ritardo di 30 minuti per i due concerti previsti nelle due date.
«Dai 18 aderenti dell’ultimo sciopero del 5 novembre, ieri il numero è praticamente raddoppiato. Segno che tra i lavoratori della Fondazione Teatro Massimo c’è un malcontento crescente», spiega il segretario provinciale Libersind Confsal di Palermo, Monica Piazza. «Più di una decina i professori d’orchestra-prime parti che hanno scioperato. Tra le adesioni anche iscritti ad altre sigle sindacali o non sindacalizzati. È chiaro che ci sono problemi irrisolti che vanno affrontati».
Alla base delle proteste del Libersind Confsal, l’assenza di un piano di stabilizzazione dei precari e il mancato rinnovo della contrattazione di secondo livello, che ha prolungato le decurtazioni salariali attuate nel precedente piano di risanamento.
«Dopo i sacrifici sostenuti, le decurtazioni salariali vigenti e il precariato dilagante, si chiedono certezza di risorse, investimenti in tecnologie, rilancio artistico e professionale, adeguamenti economici ed organizzativi – continua Piazza -. Una Repubblica democratica non si può sottrarre alle libertà costituzionalmente garantite e deve fondarsi sul lavoro stabile. Si chiedono azioni concrete di apertura verso le istanze dei lavoratori: tavoli negoziali su integrativo e dotazione organica, in cui l’interesse collettivo possa trovare piena tutela».
Oltre ai diritti dei lavoratori disattesi, il sindacato autonomo denuncia anche il mancato riconoscimento di quest’ultimo alla consultazione e alla trattativa sindacale. «Al di là del mancato riconoscimento sindacale, che sta seguendo una vertenza a latere – conclude il segretario Piazza –, ci sono questioni sospese da troppo tempo che è ora di affrontare. Prime fra tutte, un piano di stabilizzazioni, contestualmente a un piano scritture per la stagione 2020, e il rinnovo della contrattazione collettiva di secondo livello, con il reintegro delle decurtazioni e del premio di risultato».
(fonte: ufficio stampa)