Operatore alla Caritas lui, insegnante di lettere lei. Rosaria Battiato e Massimo Borzì sono marito e moglie. È loro il prototipo che ha ottenuto il primo premio. «Il caso di un dado lanciato non c'entra, al centro c'è l'intelligenza delle persone». Guarda le foto
Il gioco di due catanesi che ha vinto al Lucca Comics «In Atelier Da Vinci ogni giocatore diventa un artista»
«Ci sono giochi in cui tutto dipende dal caso di un dado lanciato, nel nostro invece il protagonista è ciascuno dei giocatori e la socialità che si crea attorno al tavolo». A Rosaria Battiato e Massimo Borzì ridono gli occhi mentre descrivono Atelier Da Vinci, il gioco da tavola che hanno realizzato insieme e che li ha portati a vincere il primo premio del concorso Gioco inedito dell’anno al Lucca Comics & Games.
Operatore sociale alla Caritas lui e insegnante di lettere lei, nella vita sono marito e moglie e genitori di una bambina di due anni «che, suo malgrado – ironizzano – proviamo ogni giorno a coinvolgere nei nostri giochi, nonostante sia ancora troppo piccola per apprezzarli». Nella loro casa ad Aci Catena c’è una libreria piena di scatole di giochi da tavolo. «Per potere inventare qualcosa, la devi soprattutto conoscere. Noi – afferma Rosaria – più giochiamo e più impariamo stimolando anche la fantasia».
Una passione che la coppia coltiva insieme da diverso tempo. «Prima avevo a che fare soprattutto con i giochi astratti – racconta Massimo a MeridioNews – ne ho una collezione che spazia da quelli dei tempi degli egizi fino ad arrivare a quelli provenienti da ogni parte del mondo». Una raccolta enorme di cui fanno parte anche giochi poco conosciuti che Massimo ha portato in giro non solo per le mostre ma anche tra i ragazzi delle scuole.
Assidui frequentatori dell’Etna Comics, i due fanno parte anche di un gruppo di autori inediti di giochi. Già lo scorso anno avevano partecipato al concorso arrivando tra i primi dieci e ottenendo una menzione speciale. «La vittoria – dicono – è stata comunque del tutto inaspettata». Come per ogni edizione, dall’organizzazione del premio arriva il tema e alcuni vincoli per la realizzazione del prototipo. Quest’anno, tutto ruotava attorno alla figura del più poliedrico genio del Rinascimento italiano, Leonardo Da Vinci. A spiccare, tra i 42 modelli proposti, è stato Atelier Da Vinci che adesso verrà pubblicato dalla casa editrice dV Giochi (con il patrocinio di Cartamundi, azienda leader mondiale nella stampa di carte da gioco) e venduto durante le prossime fiere di Lucca Comics.
«Il nome nasce dal fatto che ogni giocatore è un artista esordiente all’interno dell’atelier di Leonardo e – spiegano – si occupa di completare i quadri che vengono commissionati all’artista». Pensato per essere giocato da due a quattro persone, all’interno della scatola si trovano cinque pedine. «Una per ogni giocatore ciascuna di colore diverso e in più quella speciale di Leonardo da Vinci, più grande delle altre e con tanto di cappellino marrone e lunga barba bianca che gira tra i vari giocatori e li obbliga a dipingere», illustrano Rosaria e Massimo. Il gioco è composto poi da carte con i quadri in bianco e nero e carte con i colori da abbinare. «Il senso è scegliere il momento in cui avvicinarle tra loro per ottenere più punti».
Un gioco in cui la sorte e la casualità non hanno nulla a che vedere. «Troppo spesso, ancora oggi, si intendono come giochi da tavolo semplicemente quelli in cui tiri il dado e muovi l’oca oppure prendi la carta e rispondi alle domande. In questo nostro progetto, invece – concludono – al centro ci sono le persone che giocano e la loro intelligenza. Ogni giocatore si deve mettere in gioco in prima persona».