L'ottavo successo di fila è stato ottenuto, in rimonta, con le stesse modalità con cui la squadra aveva vinto la scorsa settimana. Gli uomini di Pergolizzi si sono aggiudicati contro il Licata una gara più impegnativa rispetto alle precedenti sfide disputate al Barbera
Palermo sull’ottovolante, capolista in fuga E i rosa danno impulso alla loro crescita
Palermo sull’ottovolante. È un’immagine simbolica riconducibile allo show rosanero sfruttando un gioco di parole legato al numero otto. Come i punti di vantaggio sulle dirette inseguitrici Acireale e Biancavilla, gap che fa rima con fuga solitaria, e come le vittorie ottenute nelle prime otto giornate del girone I di questo campionato di serie D. L’ultima, in ordine di tempo, è l’affermazione casalinga per 2-1 nel derby con il Licata. Un successo che, proprio come avvenuto sette giorni fa, equivale al superamento di un altro esame. Lo step in più, che forse è proprio quello che cercava Pergolizzi in relazione al processo di crescita del gruppo, è direttamente proporzionale in questo caso al coefficiente di difficoltà di una sfida più impegnativa rispetto alle precedenti.
Nelle gare interne disputate contro San Tommaso, Marina di Ragusa e Cittanovese il Palermo aveva chiuso la partita dopo la prima mezzora limitandosi poi a gestire il vantaggio. Il copione del match con il Licata, invece, è stato differente e la squadra lo ha saputo interpretare con la stessa efficacia. I rosanero, puniti nel primo tempo da un colpo di testa del difensore Maltese sugli sviluppi di un calcio d’angolo, hanno dovuto sudare per conquistare l’intera posta in palio. I gialloblù, seguiti da oltre mille tifosi che prima del match si sono distinti per sportività esponendo lo striscione «Rispetto per chi ha fatto la storia della Sicilia intera, Licata saluta il Barbera», hanno avuto il merito di tenere il risultato in bilico fino alla fine e se al tramonto del match Doda non avesse effettuato un intervento provvidenziale in scivolata (e anche doloroso avendo subito un colpo al basso ventre) per neutralizzare un tiro di Convitto quasi a tu per tu con Pelagotti, adesso parleremmo di un altro epilogo e di un pareggio per 2-2. A testimonianza del fatto che la capolista oggi ha dovuto fare i conti con una partita vera, combattuta, scivolata via sul filo dell’equilibrio e decisa dalla qualità di singoli in grado di fare la differenza.
Uno di questi è il capitano Santana che con un delizioso pallonetto, propiziato da un lancio in verticale di Lancini sul quale si è fatta trovare impreparata la difesa ospite, ha completato una rimonta-lampo introdotta da un acuto di Felici, a segno per la prima volta in questo campionato e con un diagonale di destro al culmine di un’azione rifinita da Martin, Doda e Kraja. Gol a parte, in ogni caso, è una rincorsa di Santana verso l’avversario in fase di ripiegamento il frame che fotografa meglio lo spirito di questo Palermo. Una squadra che, oltre allo spessore tecnico degli effettivi, ha carattere (e non è un caso che per la seconda volta di fila i rosa abbiano reagito immediatamente dopo l’iniziale svantaggio) e personalità.
L’impressione, supportata dai fatti, è che il Palermo possa fare ciò che vuole. Con il massimo rispetto per gli avversari di turno, è come se la formazione di Pergolizzi (anche oggi disegnata con il collaudato 4-3-3 in un Barbera che ha fatto registrare il record stagionale di presenze) fosse arbitra del proprio destino nell’arco dei 90 minuti. Subisce gol soprattutto per demeriti propri – e a questo proposito meritano una riflessione alcune lacune nella lettura di qualche palla inattiva – soffre un po’ quando stacca il piede dall’acceleratore e sposta gli equilibri, con il contributo decisivo di giocatori fuori categoria, nel momento in cui decide di aumentare ritmo ed intensità. Sono gli effetti della legge del più forte. Che, sempre ovviamente nell’ambito della serie D e al netto di alcuni difetti da correggere, può scegliere come e quando imporre la propria superiorità.