È l'area col più alto numero di nati malformati in Italia. Dove attivisti e cittadini sono riusciti a fermare la costruzione di un termovalorizzatore, anche grazie al nuovo piano paesaggistico. Che ora, però, a causa di alcuni ricorsi rischia di saltare
Valle del Mela, stop a inceneritore nelle mani di Musumeci Comitati attendono la firma a tutela del piano paesaggistico
La battaglia per vivere in un ambiente sano nella Valle del Mela che garantisca la salute dei suoi abitanti non è ancora finita. Dopo le tante manifestazioni e lotte per scongiurare la costruzione del mega inceneritore della società milanese A2A, il pericolo che si torni a discuterne dipende da una firma, quella del presidente della Regione Nello Musumeci.
La partita si gioca ancora una volta attorno al Piano Paesaggistico d’Ambito 9. Che, come lo definiscono le associazioni e i comitati ambientalisti della Valle del Mela, è «la porta sul futuro della Valle del Mela e non solo. È l’opportunità di uno sviluppo libero dai veleni, dal degrado dell’industria pesante e della cementificazione selvaggia». Ed è stato proprio grazie al piano paesaggistico che «le amministrazioni, le associazioni e i cittadini della Valle del Mela, uniti in un movimento forte e determinato, sono riusciti a bloccare» la costruzione dell’inceneritore.
Ma adesso, la Valle del Mela rischia di trovarsi senza scudo, a causa di un vizio procedurale. «Una sentenza del Tar di Catania minaccia di annullare definitivamente il Piano a partire dal 27 ottobre», spiegano. É stata emessa ad aprile sulla scorta di alcuni ricorsi di aziende private. Uno di questi mette in discussione la validità del documento a causa di una firma, apposta dal dirigente e non dall’assessore ai Beni Culturali. Il tribunale amministrativo ha dato tempo 180 giorni alla Regione per sistemare la procedura. E l’unico in grado di eliminare questo pericolo è il presidente della Regione.
«Basterebbe che sanasse o riadottasse il Piano, in modo da lasciarne intatta la tutela e la portata», sottolineano associazioni e comitati. I rumors da palazzo dicono di non preoccuparsi, perché entro il 27 ottobre la firma del presidente Musumeci arriverà. La posta in gioco,però, è alta: il degrado delle condizioni socio-sanitarie e la vivibilità del territorio. E cittadini e attivisti restano col fiato sospeso.
Già l’Arpa ha certificato come la Valle del Mela soffra la peggiore contaminazione da idrocarburi non metanici in Sicilia e lo studio Sentieri (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento, a cura del ministero della Salute) ha attestato che il più alto numero di nati malformati in Italia affligge proprio la Valle del Mela. Ecco perché le associazioni e i comitati ambientalisti che da anni si battono per scongiurare la realizzazione di questo progetto invitano il governatore a non aspettare l’ultimo giorno per attivarsi. «A causa dell’inquinamento tante persone ormai i giorni li hanno contati – concludono i comitati – Cos’altro serve al presidente Musumeci?».