Riempire il carrello nell'Isola costa più che altrove. La provincia più costosa è Messina, seguita da Siracusa e Ragusa. «Un aspetto determinante è la mancata organizzazione del sistema produttivo», spiega il professore Benedetto Torrisi
In Sicilia fare la spesa costa più che nel resto d’Italia Messina la peggiore. Le cause? Trasporti e monopolio
La Sicilia (insieme alla Calabria) è la regione in cui fare la spesa al supermercato costa di più. È quanto emerge dall’indagine effettuata da Altroconsumo. L’organizzazione indipendente per la tutela dei consumatori ha preso in considerazione mille punti vendita distribuiti su tutto il territorio nazionale basandosi sui dati delle rilevazioni fatte dall’Istat. Dell’Isola sono state analizzate le provincie di Catania, Messina, Palermo, Ragusa e Siracusa.
La voce dei prodotti alimentari, come appurato dall’istituto nazionale di statistica, è quella che pesa di più sul bilancio familiare. E in Sicilia pesa ancora di più. «Questo è dovuto a diversi fattori – spiega a MeridioNews Benedetto Torrisi, professore di Statistica economica all’università di Catania – A determinare l’incremento del costo finale di un prodotto è, da una parte, la scarsa concorrenza nella grande distribuzione organizzata in Sicilia, dovuta alla chiusura o all’acquisizione di grandi gruppi che porta verso un mercato monopolistico. Altro fattore che ha una incidenza enorme – continua il docente – è il costo del trasporto che sia su gomma, su ferro o tramite voli aerei».
La differenza la fa la provenienza del prodotto. «Un ulteriore aspetto determinante, in questo senso – aggiunge Torrisi – è quello della mancata organizzazione del sistema produttivo siciliano: la grande distribuzione si rivolge al mercato siciliano che, però, è in grado di coprire solo una parte del fabbisogno. Quando il prodotto finisce, ci si deve rivolgere a mercati esteri che sono più organizzati. In ogni caso – conclude – il rincaro lo piange sempre l’ultimo anello della catena».
In Sicilia, infatti, in media in un anno un single spende 4.057 euro, mentre per un nucleo familiare (con figli) il costo lievita a 8.922 euro. «L’obiettivo dell’indagine – si legge nella scheda delle metodologia di Altroconsumo – è aiutare il consumatore a scegliere con consapevolezza il supermercato più conveniente in cui fare la spesa e stimolare la concorrenza».
Quella di Messina è la provincia in cui, nonostante tutte le accortezze, si spende di più e si riesce a risparmiare di meno: al massimo 21 euro. Qui un single che decide di riempire il carrello con merce di marca (760 prodotti confezionati di marca tra i più acquistati dalle famiglie italiane e 19 tipologie di prodotti freschi, tra cui frutta, verdure, carni, formaggi e salumi da banco) facendo la spesa nel punto Salvaprezzo – il Conad Superstore – spende 4.352 euro, superando comunque di 295 euro la media nazionale. Una famiglia deve mettere mano al portafoglio per tirare fuori 9.570 euro (648 euro in più). Scegliendo di riempire dispense e scaffali con i prodotti più economici dell’Eurospin (Salvaprezzo), invece, un single spende 1.738 euro e una famiglia 3.821 euro.
Al secondo posto della classifica siciliana c’è Siracusa. Anche cambiando le proprie abitudini di spesa e facendo attenzione, si riesce a risparmiare al massimo 147 euro. Un cittadino aretuseo che predilige acquistare prodotti di marca deve avere in mano 4.190 euro l‘anno per fare la spesa nel supermercato più conveniente (l’Auchan di Melilli). Se si deve provvedere alle esigenze di una famiglia, invece, sono necessari 9.241 euro. Limitandosi a mettere nel carrello solo prodotti non di marca (all’Eurospin) un sola persona spende 1738 euro, mentre un nucleo 3821 euro.
Tra le città siciliane in cui si spende di più c’è anche Ragusa. Nel salvadanaio dei ragusani più attenti, a fine anno, restano comunque solo 256 euro. Chi bada di più al risparmio e non alla marca, andando all’Eurospin, spende 1.738 euro l’anno per una sola persona, 3.821 euro per una famiglia. Chi non riesce a fare a meno del marchio, facendo la spesa nel locale punto Salvaprezzo – il Crai Superstore – spende 4.060 euro per un singolo e 8.929 per una famiglia. Cifre superiori, anche se di poco, alla media regionale.
Catania e Palermo sono invece le province dove si riesce a riempire il carrello della spesa con un costo più contenuto e, con le dovute attenzioni, si riesce anche a risparmiare di più. Un catanese accorto riesce a mettere da parte fino a 485 euro, mentre un palermitano può arrivare fino a 503 euro. Nel capoluogo etneo un single lascia alle casse del supermercato più conveniente (l’Eurospin), se sceglie i prodotti più economici, 1.738 euro l’anno; per una famiglia la cifra arriva a 3.821 euro. Per chi sceglie acquisti marcati, invece, il supermercato Salvaprezzo è Ipercoop Katanè.
Il capoluogo di Regione ha anche il primato di territorio in cui si riesce a spendere di meno per fare la spesa. Un single che sceglie prodotti economici spende quanto a Catania, 1.738 euro – acquistandoli nel punto Salvaprezzo Eurospin – se invece predilige merce marcata (acquistata all’Auchan) deve tirare fuori dal borsellino 4.018 euro, comunque risparmiano rispetto alle altre città siciliane. Per le famiglie i prezzi salgono: per prodotti economici ci si attesta a 3.821 euro, per quelli di marca invece si arriva a 8.836 euro.