La baby gang ha prima tentato di sottrargli un sacchetto finendo, dopo il rifiuto del clochard, per colpirlo a una gamba con una pistola ad aria compressa. Nino Rocca: «Senza una progettualità nei quartieri abbandonati, questi episodi si ripeteranno sempre»
Forum, ragazzini aggrediscono un senzatetto e poi fuggono «Giovani senza alternative che conoscono solo la violenza»
Le minacce, il tentativo di rapina e poi quel dolore lancinante alla gamba. Si è trasformato in un pomeriggio di paura, quello di ieri, per un senzatetto tedesco. Ad aggredirlo nel parcheggio del Forum, a Brancaccio, un gruppo di ragazzini fra i 13 e i 16 anni. Lo hanno prima adocchiato, mentre usciva dal centro commerciale con alcuni acquisti appena fatti, e poi subito accerchiato. D’istinto l’uomo avrebbe reagito, innescando la violenza della baby gang, che ha tirato fuori una pistola ad aria compressa e l’ha puntata contro di lui, sparando. E questo, purtroppo, non è un caso isolato.
Non è la prima volta infatti che a Palermo dei ragazzini se la prendono con un senzatetto, anche se le circostanze stavolta potrebbero aver fatto la differenza. I primi a intervenire sono stati i vigilantes del Forum, avvisati da alcuni clienti che si erano accorti del tentativo di rapina, chiamando anche polizia e soccorsi, giunti poco dopo sul posto. In altre occasioni ad altri senzatetto era andata decisamente peggio, perché aggrediti di notte, spesso mentre stavano dormendo. Episodi che, in due occasioni, sono anche finiti in tragedia, basti pensare al 45enne dato alle fiamme due anni fa mentre dormiva davanti alla missione San Francesco di piazza Cappuccini. O ad Aldo, ucciso per 25 euro con un colpo di spranga in testa sotto ai portici di piazzale Ungheria.
Non sempre, ma nella maggior parte dei casi a rendersi responsabili di simili degenerazioni di violenza sono stati dei ragazzini, come quelli che ieri pomeriggio si sono avventati contro l’inerme clochard, dandosi poi alla fuga. «È la conseguenza di un abbandono delle periferie, che non è dell’ultima ora – osserva Nino Rocca del Comitato di lotta per la casa 12 luglio -. Avviene da parecchi anni, decenni anzi. Un abbandono che comporta che i minori e i più giovani, soprattutto, siano quelli più svantaggiati. Non stupisce che, a un certo punti, trovino una valvola di sfogo del genere». L’ingrediente essenziale, quindi, alla nascita di una baby gang, che di baby in realtà ha ben poco se non l’età dei suoi membri, sarebbe proprio un degrado sociale e culturale ristagnante. Di cui nessuno sembra curarsi.
«Gruppi violenti che nascono nelle periferie del mondo, lì dove lo Stato e il diritto non riescono ad arrivare – prosegue Rocca -. È sicuramente un campanello d’allarme delle condizioni deprivate dei quartieri periferici e abbandonati. Assessore e Comune stanno cercando di finanziare delle associazioni che agiscano nei singoli quartieri, iniziativa importantissima, ma evidentemente questo non è ancora sufficiente e la situazione finisce per sfuggire di mano. È necessario che la presenza delle istituzioni non sia solo nel salotto della città di cui tutti andiamo fieri, ma anche nelle periferie, che è sbagliato pensare lontane ed emarginate da tutto, basti pensare a Ballarò», quartiere immerso nel cuore pulsante della città, dove convivono ancora iniziative di riqualificazione e integrazione da un lato, con organizzazioni criminali straniere che dominano l’economia dello spaccio, fino a parentesi di degrado sfociate in passato, anche quelle, in tragedia.
Basterebbe la presenza dello Stato, secondo Nino Rocca. Non per militarizzare, però, quei luoghi tenuti ai margini di Palermo. Ma per mostrare ai giovanissimi che esistono altre possibili strade da percorrere, che non c’è insomma solo la delinquenza, solo la violenza. Che il degrado si può vincere, creandosi un futuro diverso. Più facile, però, se ad accompagnarli nella scoperta di un futuro migliore ci siano istituzioni e realtà del territorio. «Se non c’è alcuna progettualità nei singoli quartieri, dalla periferia al centro, questi episodi continueranno ad accadere e saranno sempre più frequenti – avvisa -. Dipende tutto dalla risposta della politica e dalla sua capacità di organizzare i gruppi sociali presenti nei singoli quartieri, che non possono essere solo di tipo assistenziale ma anche di rinnovamento del quartiere stesso, di sviluppo. In queste realtà cosa c’è? Di solito nulla. Perciò questi ragazzi che alternative hanno? Chi può se ne va, ma quelli che non hanno risorse intellettuali ed economiche per lasciare Palermo si organizzano nella maniera più sbagliata».
Intanto, la baby gang che ha colpito ieri si è data alla fuga prima dell’arrivo della polizia. Gli agenti, adesso, stanno visionando le telecamere di sorveglianza per tentare di identificare i minorenni coinvolti.