Le manifestazioni pro ambiente ormai sono trasversali e abbracciano anime diverse. Tutti però identificano nello sfruttamento sfrenato delle risorse la principale causa della distruzione dell'ecosistema
Sos Amazzonia, un flash mob davanti al Teatro Massimo No a bandiere ma idee chiare: «Non è fuoco, è capitalismo»
Dagli attivisti di Fridays for future a Potere al popolo. Una protesta che abbraccia anime e punti di vista diversi si è riversata oggi in piazza Verdi, davanti al Teatro Massimo. Per tutti però l’obiettivo è uno: proteggere l’ambiente. Organizzato dal movimento che ogni venerdì fa sentire la propria voce a tutela dell’ecosistema, il flash mob che si è tenuto nel centro della città ha visto l’adesione di Palermo Ambiente (Idv) e di Potere al Popolo. Proprio con quest’ultimi è nato un acceso dibattito sul divieto di esporre qualsiasi simbolo che richiamasse partiti o movimenti politici. I giovani militanti di Potere al Popolo indossavano le magliette nere, in tema con il flash mob organizzato che voleva i partecipanti in nero in segno di lutto, ma con il logo del proprio partito. Sono stati vivacemente invitati a toglierle e alla fine le hanno indossate al contrario per coprire la scritta. Era presente anche una militante Cgil con la bandiera dello Spi, poi anche la bandiera è sparita in linea con quanto detto prima.
Alla fine i partecipanti erano oltre cinquanta. Molti i turisti, curiosi e i passanti che si sono fermati per prendere parte, in qualche modo, alla manifestazione. Il flash mob consisteva in un enorme cartonato colorato montato sul momento da studenti e bambini e raffigurante la foresta amazzonica, ricoperto poi dal carbone. In sottofondo una radio trasmetteva il rumore del fuoco dell’incendio e tutto è finito con la morte dei partecipanti a simboleggiare l’estinzione dell’umanità. Anche se c’è stata qualche scaramuccia tra i partecipanti sulla forma della protesta, tutti si sono trovati d’accordo nell’individuazione del responsabile della distruzione dell’ambiente: ovvero sul ruolo giocato dal capitalismo, con attacchi contro il presidente del Brasile Jair Bolsonaro e i suoi amici affaristi.