Dopo un post del noto volto televisivo sono divampate le polemiche. Tra gli attacchi anche quello dell'assessore Ruggero Razza. A MeridioNews il giornalista spiega: «Dobbiamo incazzarci per le cose che i lampedusani non hanno»
Lampedusa e Open Arms: chef Rubio risponde ad attacchi «Se dimostri umanità diventi automaticamente un debole»
«Sull’isola ho incontrato soprattutto persone che sanno cosa sia l’umanità, ma c’è qualcuno che ha voluto interpretare le mie parole in maniera faziosa». Gabriele Rubini, meglio conosciuto come chef Rubio, replica agli attacchi che da più parti gli sono piovuti addosso dopo avere pubblicato sui social network alcune riflessioni durante la propria permanenza a Lampedusa.
Volto noto della tv, Rubini è arrivato con l’obiettivo di fare un reportage in un momento in cui l’isola delle Pelagie è tornata al centro dell’attenzione per le vicende legate agli sbarchi dei migranti e agli annessi divieti imposti dal governo M5s-Lega. Prima la Sea Watch, in questi giorni l’Open Arms, il tema dell’accoglienza tiene banco polarizzando le posizioni, non solo politiche. Chef Rubio ha puntato il dito contro la retorica che avrebbe contraddistinto, in questi anni, il dibattito su quanto accaduto sull’isola. «Lampedusa prima del “problema migranti” in quanti la cagavano? Pochi – ha scritto – Prima del 3 ottobre 2013 in quanti c’erano venuti a farsi gli aperitivi e i bagnetti? Pochi. Prima delle ipocrite parate istituzionali, dei film e il conseguente aumento del turismo in quanti avevano fatto palate di soldi (in nero)? Pochi».
Parole che hanno suscitato la reazione di chi si è sentito offeso. «Sostenere che io abbia attaccato l’intera comunità isolana vuole significare strumentalizzare le mie parole – commenta a MeridioNews Rubini -. Ho parlato con tantissime persone per bene e sono convinto che siano la maggioranza. Ma è vero che c’è chi cavalca l’onda razzista, chi va al porto a invocare lo stupro della capitana di Sea Watch e più in generale non si accorge che i problemi nell’isola sono altri».
Lo chef sottolinea come nel proprio post il riferimento alla poca considerazione data a Lampedusa fosse legato al disinteresse che le istituzioni hanno dimostrato negli anni. «Se non ci sono ospedali a Lampedusa non è certo colpa mia – afferma – se il turismo che hanno voluto fare è finalizzato solo per i mesi estivi e d’inverno mi devo inventare un lavoretto non è mia. Dobbiamo incazzarci per le cose che i lampedusani non hanno. Il mio primo post era una critica ai turisti che vengono per spendere soldi per le case abusive, era uno “Svegliatevi”, non era una critica al lampedusano».
«Se le cose stessero diversamente – continua – si darebbe alle persone la possibilità di partorire in sicurezza, di avere servizi e strutture adeguate nell’isola senza bisogno di spostarsi, si affronterebbe la questione della militarizzazione del territorio. Invece in questi anni si è alimentato un sistema che si basa anche sull’economia in nero, sull’abusivismo, fattori che non potranno che affossare l’isola nei prossimi anni».
Tra chi lo ha contestato c’è chi lo ha invitato a lasciare l’isola. «Sono stato aggredito verbalmente in più di un’occasione, ma non è quello il problema. Agli insulti si risponde. Il problema è vedere come alcuni non si accorgano che le vere criticità stanno altrove, non negli sbarchi», prosegue Rubini. Lo chef risponde a distanza all’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza, che in un post ha definito i suoi interventi «un’idiozia» anche «per chi vuole i porti aperti e farci diventare il ventre molle d’Europa». «Siamo sempre lì – replica Rubini – viviamo in un’epoca in cui se hai un cuore e dimostri umanità, diventi automaticamente un debole».
Nei giorni scorsi, lo chef nativo di Frascati è salito a bordo della Open Arms insieme all’attore Richard Gere. «Non credo agli angeli, ma ho trovato persone fantastiche, che con dedizione svolgevano il proprio lavoro – racconta -. La retorica contro le ong è incredibile, per una che può lavorare male ce ne sono tantissime che si impegnano a fondo semplicemente per aiutare chi è in difficoltà. Guadagnarci? Sulla nave c’erano professionisti che finita la missione torneranno ai propri impegni». Nonostante i momenti di tensione, il ricordo di Lampedusa e dei lampedusani resta positivo. «Non sono venuto qui in vacanza, ho parlato e girato tutto il tempo. Per questo sono convinto che le persone per bene la spunteranno, però – conclude Rubini – la realtà va guardata in faccia e affrontata, senza ipocrisie».