Circa dieci gruppi si dividono gli spalti dello stadio Angelo Massimino. Le sigle più note sono A sostegno di una fede, Skizzati Passarello e Irriducibili. Ognuno ha un luogo preciso di aggregazione e diversi sono coloro che hanno collegamenti con i clan
Il Catania e i leader che comandano dentro le curve Tra politica, mafia e parenti: ecco la mappa del tifo
Trovare una sola parola per identificarli non è missione semplice. Tifosi? Capipopolo? Ultras? Per il Viminale sono i padroni delle curve degli stadi italiani. Ogni gruppo ha il suo capo e un preciso luogo di aggregazione, e Catania non fa certo eccezione: il tifo rossazzurro per molti anni è stato considerato dalle forze dell’ordine come tra i più pericolosi d’Italia. Alcuni dei leader maggiormente rappresentativi all’interno dello stadio Angelo Massimino vantano pure «rapporti diretti con la criminalità organizzata mafiosa», si legge in una relazione sul binomio tra calcio e tifoserie depositata in Senato. Di mezzo non ci sono soltanto le parentele scomode ma anche una lunga lista di precedenti penali. Dettagli di poco conto se dietro hai decine di persone che ti seguono e ti obbediscono come un vero capo.
La curva Nord: il regno di Michele Spampinato
In questo settore dello stadio il gruppo più noto è quello di A sostegno di una fede. Quasi cento i frequentatori assidui che si ritrovano in piazza Dante, e due capi: Michele Spampinato e Sebastiano Crisafulli. Il primo, militante del movimento di estrema destra Casa Pound, si autodefinisce «una persona normale», rifiutando l’appellativo di capopopolo. Quarantatré anni, nella vita di tutti i giorni dipendente della ditta di rifiuti Dusty, Crisafulli è l’altro leader della curva. Il padre di quest’ultimo venne ucciso pochi mesi dopo la nascita del figlio nell’ambito di un regolamento di conti tra famiglie mafiose.
In via Poulet si ritrovano invece gli appartenenti al gruppo Skizzatti Passarello, guidati dal 31enne Antonio Lombardo. Tra loro il nome più noto è quello di Antonino Speziale. Il tifoso, attualmente detenuto, condannato in via definitiva per l’omicidio dell’ispettore di polizia Filippo Raciti. Lombardo, invece, è noto per essere parente di due storici boss della mafia catanese. Il padre, detenuto per mafia, è Salvatore Lombardo, detto ‘u ciuraru, lo zio è Giovanni Catanzaro, conosciuto con l’appellativo di ‘u milanesi. Lombardo junior, che nella vita di tutti i giorni è un operatore ecologico, non è mai stato coinvolto in fatti di mafia. Sempre all’interno della curva Nord ormai da anni viene esposto il vessillo del gruppo Stazione clan, capitanato da Giovanni Tudisco. Il luogo di ritrovo è piazza Bovio, nei pressi di via Umberto. Nord Kaos è il raggruppamento che fa invece capo a Daniele Magni. A corso Indipendenza, nel quartiere San Leone, si ritrovano i circa 20 appartenenti al gruppo I Pazzi, che hanno in Gaetano Messina il loro leader.
A sud tra mafia ed Estrema appartenenza
Le principali sigle di questo settore sono racchiuse nella sigla Estrema appartenenza e a farla da padrone è il gruppo degli Irriducibili. Nato nel 1991 e al cui vertice, secondo fonti di polizia, siede un triumvirato composto da Rosario Piacenti, Stefano Africano e Armando Mazzaglia. I più noti alle cronache giudiziarie sono però i primi due. Piacenti è finito in carcere nel 2016 per usura ed estorsione con l’aggravante mafiosa. Secondo gli investigatori orbiterebbe nel clan dei Ceusi, lo stesso a cui apparteneva il padre Giovanni, detto l’elegante.
Il capo ultras, insieme all’altro leader Africano, è stato protagonista anche della tentata estorsione aggravata al capitano del Catania Marco Biagianti. Il calciatore, secondo la ricostruzione del tribunale, venne avvicinato dai due tifosi che avrebbero avuto l’obiettivo di estorcergli cinquemila euro da destinare alle spese processuali dei detenuti. Biagianti nel processo non si è costituito parte civile, sostenendo, almeno in un primo momento e a quanto pare per paura, che il denaro era destinato alla preparazione di una coreografia.
Nei pressi del castello Ursino, in piazza Federico di Svevia, si ritrovano gli appartenenti alla Falange d’assalto. Gruppo, quest’ultimo, fondatore del tifo organizzato nella Nord ma che nel 2015 ha scelto di spostarsi nella Sud. I suoi componenti, ormai da due anni, sono orfani dello storico capo Francesco Famoso. Deceduto dopo una lunga malattia. Attualmente ai vertice ci sono due trentenni: i fratelli Orazio e Sebastiano Nicolosi. Dalla Falange d’assalto si è invece staccato, circa tre anni fa, il gruppo Mecha Klan. Di base nel quartiere popolare di San Cristoforo, orientato politicamente a destra si colloca in tribuna B e farebbe riferimento al centro sociale Cervantes. Il leader di Mecha Klan, secondo alcune note di polizia, è il 31enne Giuseppe Costanzo, finito in manette nel 2016 perché sorpreso con delle banconote false. Dopo una perquisizione a casa la polizia recuperò in un armadio oltre 20mila euro contraffatti.