Alla conferenza stampa dall'aeroporto di Lampedusa hanno preso parte anche Oscar Camps, fondatore Open Arms, Riccardo Gatti, presidente Open Arms Italia, e Chef Rubio (Gabriele Rubini), cuoco e fotografo
Esposto di Open Arms a Procure di Roma e Agrigento Richard Gere: «A bordo ho ascoltato racconti orribili»
«Abbiamo presentato un esposto alla Procura di Roma e a quella di Agrigento per verificare se tutto ciò non rappresenti una fattispecie di reato». A convocare i giornalisti all’aeroporto di Lampedusa, questa mattina, è stata una delegazione della Open Arms, che ha annunciato la denuncia. Presenti Oscar Camps, fondatore Open Arms, Riccardo Gatti, presidente Open Arms Italia, Richard Gere, attore e attivista per i diritti umani, e Chef Rubio (Gabriele Rubini), cuoco e fotografo.
L’attore hollywoodiano, raggiunto dagli insulti di numerosi utenti che in questi giorni hanno criticato la scelta di salire a bordo della nave per donare generi di prima necessità ai migranti e all’equipaggio a bordo, ha raccontato di essere arrivato a Lampedusa spontaneamente. «Ero in vacanza a Roma – ha aggiunto – quando ho sentito dell’approvazione del decreto Sicurezza bis, quindi ho chiamato i miei amici dell’Open Arms e sono salito a bordo. A differenza di quello che dicono i politici, i governi e qualche giornale, la maggior parte dei migranti sono cristiani».
«Nonostante le difficoltà – ha aggiunto ancora l’attore statunitense -, abbiamo trovato una barca per portare le provviste alla Open Arms. Quando siamo arrivati l’acqua era molto mossa ed è stato difficile. Sulla nave c’erano 121 persone felicissime di vedere che qualcuno li aiutava. Già ero stato due o tre anni fa a Lampedusa a visitare gli hotspot, ho conosciuto di prima mano la situazione: si tratta di persone che hanno vissuto storie orribili, hanno sofferto moltissimo, li chiamano migranti ma sono rifugiati che hanno bisogno di aiuto. Ho deciso di venire in 10 minuti, ho raggiunto degli amici che stavano per mettersi in viaggio, volevamo dare una mano».
«Hanno tutti – prosegue il racconto dell’attore – toccato il mio cuore. Ho parlato con un gruppo di donne sulla nave: una nonna, con la figlia e i nipotini e la loro storia è orribile. Hanno minacciato di fare del male al resto della famiglia se la mamma dei bambini non si fosse concessa sessualmente più volte e lei si è sacrificata».
Alle domande dei cronisti a proposito del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e del decreto Sicurezza bis, Gere ha tagliato corto: «Non sono interessato a Salvini, i politici invece di aiutare queste persone le demonizzano e questo deve finire e può finire se lo facciamo finire noi. Il mio unico interesse è aiutare questa gente. Basta».
«Non sono italiano – ha aggiunto – e sono restio a parlare della situazione politica italiana odierna. Anch’io vengo da un Paese dove la situazione politica è bizzarra e dove viene demonizzato chi arriva dal Messico, da El Salvador, da Panama, dall’Honduras. Sembra che ci sia una generazione di politici che mette la propria energia nel dividere le persone, come se nel dividere ci fosse del guadagno, che è una cosa idiota. Ma siamo tutti interdipendenti».
Infine l’appello: «Deve essere interrotta – ha detto il protagonista di Ufficiale e gentiluomo – questa situazione di stallo della Open Arms, adesso. A bordo la situazione è grave, ci sono persone che vivono ammassate tra di loro e se la condizione non è peggiore, è grazie ai volontari della nave».