Tra interventi attesi da anni e diciture non aggiornate nei documenti, ecco la mappa dei soldi sbloccati da Roma per il territorio etneo. La parte più corposa, 12 milioni di euro, andrà all'ospedale Cannizzaro per la realizzazione di una struttura poliambulatoriale
Sanità, fondi del ministero nella provincia di Catania Alcune opere erano già state finanziate sette anni fa
Poco più di 52 milioni di euro per «passare dalle parole ai fatti», anche a Catania e provincia. Sono le parole che la ministra della Sanità Giulia Grillo ha usato nei giorni scorsi per commentare, con un video pubblicato su Facebook, lo sblocco degli investimenti ministeriali per l’edilizia sanitaria. La suddivisione, che riguarda tutta la Sicilia, indica la cifra complessiva di 236 milioni di euro. Una montagna di denaro che verrà, almeno in parte, suddivisa in 17 interventi che riguardano i nosocomi della provincia etnea. In mezzo c’è l’acquisto di attrezzature, l’adeguamento antincendio ma anche la costruzione di nuove strutture. Su tutte spiccano i 12 milioni di euro che vengono destinati per la «realizzazione di una struttura poliambulatoriale» all’ospedale Cannizzaro. Non proprio una novità. Perché, in realtà, di questo investimento si discute da almeno sette anni.
Il nuovo padiglione dovrebbe sorgere nel posto dove attualmente si trova l’elisuperficie, che verrà trasferita in un terreno vicino. Dal 2012 a ora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia e, per un certo periodo, si è vociferato pure di un possibile trasferimento del Pronto soccorso nella nuova struttura. In realtà, tutto rimarrà con la disposizione attuale con il nuovo padiglione, almeno quando verrà realizzato, che dovrà servire a dare respiro all’attività ambulatoria e offrire la disponibilità di nuovi ambienti in cui potere portare avanti l’attività di intramoenia. Sempre al Cannizzaro saranno destinati tre milioni e 600mila euro per l’adeguamento antincendio.
Al Policlinico andranno 12 milioni e 754mila euro per «l’acquisto di attrezzature specialistiche per il Pronto soccorso, emergenza medico chirurgica, accettazione, centro trasfusioni e poliambulatorio». Da Catania ad Acireale. L’ospedale Santa Marta e Santa Venera, dove è prevista la riqualificazione strutturale e dell’impiantistica del complesso operatorio. Un capitolo a parte è quello che riguarda i Presidi territoriali d’ambito sparsi per la provincia. La somma più importante dovrebbe andare all’Azienda sanitaria provinciale tre per Giarre. Ma qui c’è un punto da chiarire in partenza. I soldi nei documenti ministeriali vengono destinati all’adeguamento del presidio ospedaliero esistente «da destinare a Pta». Il tutto per quasi dieci milioni di euro. In realtà a Giarre, come confermato dall’approvazione della nuova rete ospedaliera regionale, dovrebbe tornare a essere attivo l’ospedale classificato come presidio di base con la riapertura del Pronto soccorso. Mentre prima, durante il governo Crocetta, era stato tentato l’accorpamento come ospedale riunito con Acireale.
«C’è quella dicitura perché la linea di finanziamento era nata così ma poi è stata modificata con la nuova allocazione del Pronto soccorso nella parte anteriore dell’ospedale – precisa a MeridioNews l’ingegnere dell’Asp Francesco Alparone – Si procederà anche all’adeguamento sismologico. Attualmente, infatti, stiamo verificando le condizioni strutturali dell’edificio». A Paternò previsti adeguamenti dei corpi B4 e B5 da destinare a sede del Pta per due milioni e mezzo di euro mentre altre linee d’intervento sono previste a Palagonia e Caltagirone.